12 dicembre 1969, un giorno funesto per il nostro Paese: cinque agguati terroristici, quasi simultanei, accadono tra Milano e Roma. Quello che resterà nella storia avviene alle 16:30, nell’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana di Milano. Un ordigno devastante esplode, sotto il tavolo al centro del salone riservato ai clienti, in quel momento affollatissimo per la presenza dei tanti agricoltori delle Provincie di Milano e di Pavia che hanno l’abitudine di radunarsi lì, dopo l’orario di chiusura per il tradizionale mercato del venerdì. Muoiono 17 persone, tutte clienti della Banca, i feriti sono 87. Se esiste un sanguinoso fil rouge che unisce gli attentati nelle due città può essere individuato in queste parole: “Lo Stato era attaccato nella capitale ufficiale e in quella che era comunque la capitale economica e produttiva”, lo scrisse Montanelli nella sua “Storia d’Italia”. Sempre Montanelli, nel 1970, definì in maniera tristemente profetica quello di Piazza Fontana come un provvedimento “tanto imponente quanto inconcludente”.
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