Certo che, mettetevi un po’ nei panni dei nostri cacciatori. Hanno una passione innata, atavica, ma prede qui non ce ne sono sempre meno, in compenso tante regole da rispettare, e controlli cui sottostare. Non si può dargli torto se, appena hanno due soldi da parte, prendono l’auto e via, se ne vanno a sparare in libertà nei paesi dell’est europeo. Ché se poi voglio stare più comodi e garantiti, niente di meglio di una bella agenzia che organizza il pacchetto, selvaggina compresa: anche l’orso!

Lì è proprio il paradiso, altro che qui: leggi permissive, tanta selvaggina, poca gente in giro, soprattutto pochi controlli.

Peccato che talvolta esagerino anche lì. Come quando l’11 ottobre scorso la polizia rumena ha arrestato venti cacciatori italiani per violazione della legislazione sulle armi e per bracconaggio. In seguito alla perquisizione dell’albergo dove alloggiava l’allegra/funerea brigata è stato sequestrato un vero e proprio arsenale composto da 30 fucili e 9.000 cartucce, nonché 1.200 uccelli morti oltre a richiami elettromagnetici utilizzati per attirare la fauna e vietati dalla normativa europea.

Ma soprattutto il 2011 è stato un anno sfortunato per i nostri cacciatori in libera uscita. Il 15 novembre tre sono stati fermati in tre differenti auto alla frontiera ungherese. In totale trasportavano 1.160 uccelli morti tanto di specie protette quanto cacciabili. Lo stesso giorno a Perugia 2 cacciatori di ritorno dall’Albania sono stati sorpresi con 500 chili di uccellini morti. Il 6 novembre, un camion italiano intanto era stato fermato sulla frontiera ungherese-rumena: dentro a dei cartoni erano stati stivati ben 11.000 (diconsi undicimila) uccelli appena uccisi. Il  giorno seguente un gruppo di cacciatori viene sorpreso in Italia dal ritorno da una felice vacanza in Crimea con 500 beccacce. In Bulgaria invece si ricordano ancora quando il 5 gennaio sempre del 2011  in un giorno di nebbia, in cui la caccia era vietata, centinaia di cacciatori italiani abbatterono centinaia di oche di tutte le specie, anche protette.

Seriamente: mi domando cosa possiamo fare noi di fronte a questi barbari (con tutto il rispetto per i barbari dell’antichità). E se iniziassimo a definire i cacciatori che uccidono impunemente specie protette od usano mezzi vietati “delinquenti comuni”? Non sarebbe un modo, peraltro realistico, per mandarli idealmente alla gogna? Io comincio. L’11 ottobre scorso in Romania sono stati arrestati venti italiani, delinquenti comuni.

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