Valentina Paris, 31 anni, alle consultazioni democratiche di fine anno è arrivata seconda nel collegio irpino dietro al senatore Vincenzo De Luca. Scavalcando, tra gli altri, il primo cittadino della città irpina Giuseppe Galasso che si era dimesso all'improvviso proprio in vista dell'approdo a Montecitorio
Nella Campania specializzata a destra e a sinistra nel riciclare inquisiti e vecchi arnesi della politica, dalle parlamentarie del Pd di Avellino arriva una storia diametralmente opposta. E’ quella di una giovane Davide che sconfigge il Golia dell’amministrazione comunale uscente e punta dritta verso il Parlamento, per svecchiarlo. Si chiama Valentina Paris, ha 31 anni, vive ad Atripalda (Avellino) e alle consultazioni democratiche di fine anno è arrivata seconda nel collegio irpino dietro al senatore uscente Vincenzo De Luca. Scavalcando, tra gli altri, il sindaco uscente di Avellino Giuseppe Galasso, che per provare a soddisfare le sue ambizioni parlamentari si era dimesso all’improvviso, scatenando malumori e proteste anche all’interno del suo partito. Ora la Paris è in posizione di elezione certa, mentre l’ex demitiano Galasso è in bilico e affida le sue speranze di rimonta nella lista Pd a un ricorso che verrà esaminato nelle prossime ore.
La Paris è una volontaria di Libera, l’associazione contro le mafie fondata da Don Ciotti. E’ laureata in Scienze delle Relazioni internazionali all’Università orientale di Napoli e negli ultimi anni ha speso il suo tempo libero andando nelle scuole a parlare di legalità e lotta alla camorra. E’ delegata per il Sud dell’associazione per i diritti ‘Equality’ e durante queste primarie è stata sostenuta da tante associazioni e dai Giovani democratici, di cui è stata fondatrice e dirigente, dopo aver contratto ‘giovanissima’ il morbo della politica, facendosi eleggere consigliere comunale di Atripalda ad appena 18 anni.
Il suo è stato un trionfo inatteso. Ben 3175 preferenze (Galasso si è fermato a 2717), frutto, afferma in un’intervista sulle pagine irpine de ‘Il Mattino’ “del lavoro di un’ottima squadra che ha fatto del lavoro, della lotta ai poteri criminali e della solidarietà generazionale i pilastri intorno ai quali ha costruito la sua battaglia nel Mezzogiorno”.
Così il Pd irpino lancia in orbita una giovane promessa, ma perde un sindaco. Vien voglia di rileggersi le parole di Galasso il giorno delle dimissioni: “Non sto abbandonando Avellino. Credo che in un momento così difficile per il nostro Paese mettere a disposizione la mia esperienza sia doveroso: si crea un ponte tra il governo e la città”. Un ponte che però l’elettorato irpino ha preferito affidare a chi ha meno esperienza, ma più entusiasmo.