Nata in Calabria nel '62, a 18 si ritrova a guidare l'impresa di famiglia che però, nel 2007, chiude. Da sempre esprime la sua creatività realizzando oggetti con i materiali più disparati. Da autodidatta, si dedica alle sculture in terracotta. E dopo la valutazione - positiva - di un critico, dalle mostre "locali" arriva ad esporre anche all'estero
La storia di Mariella Costa potrebbe essere la trama di un film. Nata nel 1962, in Calabria, a Caulonia. Dopo la maturità magistrale, all’età di 18 anni si ritrova a dirigere l’azienda di famiglia operante nel settore dell’edilizia e nella vendita di materiali edili. “Le cose da principio – spiega Mariella – andavano benissimo, poi col tempo si sono complicate e quella che sembrava una crisi passeggera, è diventata sempre più cronica. Per qualche anno ho continuato, sperando in una ripresa, fino alla chiusura definitiva dell’azienda avvenuta circa 5 anni fa”. All’età di 45 anni, Mariella trova la forza di reinventarsi un nuovo lavoro: intagliare pietre. “Ho cominciato a guardare dentro me stessa alla ricerca di ciò che mi era sempre piaciuto fare nella vita e che era rimasto latente” e nel giro di pochi anni è arrivata ad esporre le sue opere in giro per il mondo.
Come nasce la tua passione?
La mia creatività era palese e tangibile già dall’infanzia e si esternava con la creazione di oggetti. Più avanti, da mamma, davo sfogo a questa necessità con la creazione di vestiti per le mie figlie. Era giunto il momento di esprimere tutto ciò che avevo dentro, così ho cominciato a dipingere da autodidatta il vetro, la ceramica, la stoffa, a creare costumi teatrali e gioielli artigianali. In seguito ho frequentato un piccolo corso di ceramica e ho approcciato istintivamente alla vetro-fusione. L’argilla che da principio mi serviva per la realizzazione di piatti, vasi ecc. la sentivo pulsare tra le mani, come se volesse prendere vita, animarsi. È stato così che, sempre da autodidatta, ho cominciato a realizzare sculture in terracotta.
Cosa ti ha spinto ad andare avanti?
Totalmente ignara del valore artistico del mio operato, ho fatto valutare il mio lavoro a uno scultore che si trovava in zona per un simposio di scultura. Le ha giudicate valide e mi ha spronato al passaggio alla scultura su pietra, marmo, granito. Così quasi senza rendermi conto mi sono ritrovata con “i ferri del mestiere” in mano. In un anno ho prodotto circa 13 sculture in pietra.
Quando hai iniziato a fare mostre?
Nell’agosto del 2010 ho tenuto la mia prima mostra di sculture al convento dei Minimi di Roccella Jonica, ottenendo un inaspettato successo. Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di esposizioni, prima locali – Soverato, Reggio Calabria – e poi man mano più importanti sino ad arrivare all’estero: Bruges, Bruxelles, New York, Utrecht, Montecarlo. Con le esposizioni è arrivato il favore della critica e numerosi premi.
È diventato un lavoro?
Ripartire alla mia età non è certo facile e per ora non è ancora un vero e proprio lavoro, ma di sicuro si è messa in moto una macchina difficile da fermare. Chissà dove mi porterà!