Dopo il sì del Senato, arriva l'ok definitivo. Rimandati di due mesi i tagli alla spesa pubblica. Il presidente: "Mantenute le promesse. Ora democratici e repubblicani lavorino insieme"
Ancora una volta scongiurato il fiscal cliff, il cosiddetto “baratro economico” che prevedeva un combinato disposto di tagli alla spesa e aumenti delle tasse. Anche la Camera dei Rappresentanti ha approvato nella notte la legge licenziata dal Senato che prevede l’aumento delle tasse per gli individui che guadagnano oltre 400mila dollari l’anno o per le coppie che ne incassano oltre 450mila. Il provvedimento rinvia di due mesi i tagli alla spesa pubblica. Il sì della Camera, dove i repubblicani detengono la maggioranza, era tutt’altro che scontato e ha tenuto il presidente Barack Obama con il fiato sospeso fino alla fine. La legge è passata alla Camera con 257 voti a favore e 167 contrari. I voti necessari erano 217. A votare “no” e’ stata una fronda di 85 repubblicani, fautori a oltranza di un emendamento che prevedeva tagli alla spesa per 330 miliardi di dollari.
L’intesa “è importante ma è solo il primo passo: occorre un approccio bilanciato per ridurre il deficit. Democratici e repubblicani possono lavorare insieme”. Così il presidente degli Stati Uniti ha commentato a caldo l’accordo al Congresso. “Firmerò una legge che aumenta le tasse sui più ricchi, il 2% degli americani, ed evita aumenti per la classe media. Ciò avrebbe rimandato l’economia in recessione con un ovvio severo impatto sulle famiglie americane”, ha affermato Obama sottolineando di aver mantenuto le promesse della campagna elettorale sulla necessità di una riforma fiscale che non favorisse i ricchi “a scapito della classe media”. Obama ha parlato dalla Casa Bianca, subito dopo sì della Camera. Poi è subito ripartito per le Hawaii dove lo aspetta la famiglia per trascorrere qualche giorno di vacanza. Il presidente ha invitato anche il Congresso a fare una “piccola pausa” dopo la maratona natalizia per scongiurare il baratro fiscale. Obama aveva interrotto le vacanze la scorsa settimana, tornando a Washington per le negoziazioni.
COSA PREVEDE L’ACCORDO – Aumentano le tasse per gli americani più ricchi, ovvero le persone che guadagnano oltre 400mila dollari l’anno o le coppie che ne guadagnano oltre 450 mila, che torneranno a pagare il 39,6% come negli anni novanta e non più il 35%. Confermati gli sgravi per la classe media e rese permanenti le aliquote della minimum tax. L’accordo prevede il rinvio di due mesi dei tagli alla spesa, che saranno finanziati con nuove entrate e tagli mirati, come quello al settore militare. Nel testo è compresa la proroga di un anno dei benefici legati all’indennità di disoccupazione e cioè fino alla fine del 2013: una misura che riguarda almeno due milioni di persone. C’è poi l’estensione per cinque anni dei crediti di imposta anche per l’infanzia e i mutui degli studenti per il college. Vengono inoltre prorogati gli incentivi come il credito di imposta su ricerca e energie rinnovabili. Infine è prevista un’aliquota al 23,8% delle tasse sui dividendi e i capital gain per le famiglie ed è stato fissato l’innalzamento dal 35% al 40% della tassa di successione su proprietà che superino il valore di 10 milioni di dollari.