Al Jazeera sbarca in America. Dopo anni di tentativi per cercare di mettere piede nel ricco mercato televisivo statunitense, l’emittente basata in Qatar sembra aver trovato il modo. Il network ha infatti annunciato di aver comprato Current Tv, il canale via cavo fondato dall’ex vice presidente statunitense Al Gore che da molto tempo navigava in turbolente acque finanziarie.
I termini dettagliati dell’acquisizione non sono stati resi noti ma secondo gli analisi dell’agenzia di stampa Reuters, il network panarabo avrebbe sborsato almeno 500 milioni di dollari. L’investimento dovrebbe consentire alla tv qatariota di espandere la copertura negli Stati Uniti dagli attuali 4,7 milioni di potenziali spettatori fino a 40 milioni, grazie alla rete distributiva di Current tv, che, secondo i dati dell’azienda, raggiunge circa 60 milioni di case.
Al Gore e il suo socio Joel Hyatt hanno annunciato l’accordo in questo modo: “Current Media era stata costruita sulla base di pochi, chiari obiettivi: dare voce a chi di solito non ne ha, dire la verità al potere, fornire punti di vista indipendenti e vari e raccontare storie che nessun altro racconta. Al Jazeera ha gli stessi obiettivi – hanno detto i due ex proprietari di Current in un comunicato – e come Current crede che i fatti e la verità aiutino a una migliore comprensione del mondo attorno a noi”. Dal canto suo l’emittente panaraba ha diramato un comunicato ufficiale per annunciare l’accordo, anticipando che nel corso del 2013 sarà lanciato un nuovo canale, Al Jazeera America, dedicato al pubblico statunitense, con notizie sia internazionali che interne. Il nuovo canale sarà basato a New York ma con uffici di corrispondenza anche a Washington, Los Angeles, Miami e Chicago, oltre a sedi decentrate in altre città importanti degli Stati Uniti. “L’espansione di Al Jazeera porterà a più che raddoppiare il personale basato negli Usa fino a oltre 300 persone”, dice il comunicato.
Il direttore generale dell’emittente qatariota, Ahmed bin Jassim Al Thani, non ha nascosto il suo entusiasmo: “Per molti anni ci siamo resi conto che avremmo potuto contribuire positivamente all’informazioni negli e sugli Stati Uniti, perciò sono molto felice per questo passo così importante”. Al Thani, uno dei principi della famiglia regnante del Qatar, aveva sostituito il precedente direttore generale Wadah Khanfar poco più di un anno fa, a settembre del 2011, dopo le dimissioni improvvise di Khanfar, causate secondo alcune analisi tra cui quella del New York Times dal fatto che dai cablogrammi diffusi da Wikileaks sembrava che Khanfar avesse alterato il contenuto di alcuni contenuti giornalisti dietro pressioni del governo statunitense. Khanfar aveva diretto il network per otto anni, completando la trasformazione dell’emittente da voce essenzialmente araba a attore di primo piano sulla scena giornalistica globale. La nomina di Al Thani aveva fatto nascere il sospetto che la casa regnante qatariota volesse aumentare i controlli sul network, mettendone a rischio l’indipendenza. Khanfar aveva però personalmente smentito queste ipotesi in una intervista trasmessa dalla stessa Al Jazeera
I dubbi non sono del tutto fugati, ancora, visto anche il ruolo che le informazioni diffuse dal network hanno avuto negli ultimi convulsi mesi delle Primavere arabe e il fatto che il Qatar, anche grazie al peso culturale e giornalistico che Al Jazeera si è conquistata non solo nel mondo arabo, ha aumentato la propria presenza politica ed economica, nonché il proprio ruolo sulla scena internazionale. Al netto delle considerazioni politiche, tuttavia, sembra che la scelta di arrivare finalmente in modo massiccio sul mercato statunitense sia soprattutto aziendale: secondo i dati di Al Jazeera, circa il 40 per cento degli accessi quotidiani sulla sezione in inglese del sito web vengono dagli Usa, un segnale che il pubblico statunitense sarebbe alla ricerca di informazioni con un taglio spesso diverso da quello offerto dai principali network nazionali. Inoltre, il mercato pubblicitario Usa promette di aumentare anche la redditività del network e la sua forza economica rispetto ai principali concorrenti (Cnn, FoxNews e Cnbc in testa). Di sicuro, dopo gli anni ’90 dell’espansione dei canali all news basati negli Usa diventati il primo esempio di network veramente globali, si apre una nuova fase di riassetto del “geogiornalismo”, sempre più parte integrante ed essenziale dello scenario internazionale.
di Joseph Zarlingo