Il candidato Monti, sostenuto dagli incerti centristi e dallo zoccolo duro del capitalismo italiano (l’asse delle tre M: Montezemolo, Mercegaglia, Marchionne) regala agli italiani un’agenda 2013 fotocopia, se non peggio, dei sacrifici già patiti quest’anno.

A fronte di una patrimoniale che ha poco di proporzionale, inserisce, in zona Cesarini nell’ultimo cdm, interventi quali quello degli aeroporti di Roma, che tendono a tutelare finanze e banche, inasprendo tasse sulle spalle degli utenti.

Per non parlare dello sbandierato salvagente per Alitalia o il fondo di ammortamento per parlamentari disoccupati. Ovviamente, continuando a difendere la riforma Fornero, il candidato Monti non si preoccupa affatto se nel 2013 continuerà ad aumentare la disoccupazione, in particolare quella giovanile.

Per questo, e per evitare che i mali della finanzia continuino a pescare consensi da un centro politico ormai delegittimato, deve partire forte la mobilitazione per la difesa della Costituzione. Questa deve essere l’agenda di tutti.

In primo luogo ai candidati delle prossime elezioni vanno chiesti i seguenti impegni in modo che il Parlamento:

1. abroghi il nuovo articolo 81 della Costituzione, eliminando il fiscal compact e l’obbligo di riequilibrare il debito pubblico entro 20 anni con un prelievo forzoso di circa 56 miliardi all’anno, spingendo il nostro Paese ad una profonda recessione, alla riduzione del prodotto interno lordo e, di conseguenza, all’impossibilità di ridurre il debito pubblico: proprio l’effetto opposto a quello che si voleva raggiungere;

2. riveda il Patto interno di stabilità e crescita, evitando che gli Enti pubblici non possano utilizzare le somme disponibili per spese di investimento o relative al soddisfacimento di diritti fondamentali;

3. riesamini le disposizioni sulla spending review, evitando che la corsa al riequilibrio del bilancio ed alla riduzione del debito pubblico provochi licenziamenti ed altri effetti recessivi;

4. sancisca la tassabilità dei grandi patrimoni e disponga un programma di opere pubbliche che non producano merci da collocare sul mercato, e siano invece dirette al riequilibrio idrogeologico, al risanamento dell’ambiente ed al recupero del patrimonio storico ed artistico;

5. disponga la nullità assoluta, per causa illecita, delle transazioni finanziarie speculative, e sancisca l’invalidità giuridica dei cosiddetti “giudizi dei mercati” e dei “rating” delle compiacenti agenzie di mercato, in quanto tali atti perseguono interessi non meritevoli di tutela giuridica e sono in contrasto con la Costituzione, che all’art. 42, riconosce e garantisce la “proprietà privata” soltanto per la sua “funzione sociale”, ed all’art. 41 sancisce che l’iniziativa privata non può svolgersi “in contrasto con la sicurezza, la libertà e la dignità umana”, là dove detti atti perseguono una “funzione antisociale” e sono in contrasto con “ l’utilità sociale, la sicurezza, la libertà e la dignità dell’uomo”;

6. disponga la separazione tra banche ordinarie, deputate alla raccolta del risparmio ed alla concessione dei prestiti, e banche di investimento o di affari, sulle quali deve ricadere il rischio degli investimenti;

7. vieti alla Cassa depositi e prestiti di effettuare investimenti finanziari rischiosi o clientelari, imponendole di tornare alle sue funzioni originarie;

8. impedisca la cosiddetta “privatizzazione” dei beni ambientali e culturali, definendoli “demaniali” e cioè “inalienabili, inusucapibili ed inespropriabili nella maniera più assoluta”, vietando espressamente il potere amministrativo della cosiddetta “sdemanializzazione”, e limitando il ricorso alle concessioni.

Ripartire dalla Costituzione dunque per attuare principi di equità e giustizia sociale.

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