La commissione di Vigilanza Rai approva le norme in vista delle elezioni, i "paletti" estesi anche al premier uscente, al quale la Rai annulla l'invito all'Arena di Giletti il 6 gennaio. Il presidente esorta a non guardare solo gli eccessi di Berlusconi e aggiunge: “Va chiarito come i direttori di reti e testate decidano come formulare gli inviti”
La commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai ha approvato il regolamento sulla par condicio in vista delle elezioni del 24 e 25 febbraio. Le regole sulle apparizioni dei politici sui media varranno anche per il premier uscente Mario Monti, senatore a vita. Proprio a Monti è arrivato il primo stop della Rai. L’azienda ha dato indicazioni per annullare la sua partecipazione all’Arena di Massimo Giletti – che nell’ultima puntata ha visto una movimentata partecipazione di Silvio Berlusconi – il 6 gennaio, in linea con la raccomandazione, approvata lo scorso 19 dicembre dal cda, di escludere le presenze di ospiti politici nei giorni festivi, inclusa l’Epifania.
Nel regolamento approvato dalla Vigilanza “viene definito in modo più preciso rispetto al passato il ruolo del premier nel caso in cui abbia una funzione politica”, spiega Vincenzo Vita del Pd. “Il premier deve sottostare a tutte le regole della comunicazione politica come tutti gli altri”. In sostanza, Monti dovrà ridurre al minimo le sue apparizioni televisive in veste di presidente del consiglio, e solo per vicende di stretta attualità, e non utilizzare queste occasioni per promuovere l’iniziativa politica sua e delle “sue” liste.
Altra novità, le conferenze stampa nel periodo pre-elettorale riguarderanno non solo i leader delle coalizioni, ma anche le liste che attengono alle coalizioni stesse. “Sarà un problema metterle insieme – spiega Vita – ma è giusto che il servizio pubblico faccia la sua parte”. Il regolamento prevede delle tribune politiche elettorali in due fasce orarie, dalle 7 alle 9 o dalle 17 alle 19, ma anche delle conferenze stampa sia per i leader che per le liste, tra le 21 e le 22.30.
“Quanto più tarderemo ad approvare la delibera, tanto più la Rai si sentirà messa in un angolo rispetto al rapporto con una parte dell’azienda che cade in totale ribalteria rispetto al CdA”, ha affermato il presidente della commissione di Vigilanza Sergio Zavoli durante la seduta. Riferendosi ai direttori di reti e testate Rai, Zavoli ha sottolineato: “Va chiarito con la Rai come i direttori di reti e testate decidano come formulare gli inviti”, sottolineando che “c’è un atteggiamento recidivo e inquietante” e che “lo sgarro è palese e grave”. Il presidente dell’organismo bicamerale ha tra l’altro ricordato la lettera da lui inviata al dg Rai Luigi Gubitosi in cui raccomandava di applicare per intanto la delibera del 2008 sulla par condicio e l’atto di indirizzo del 2003.
Le parole di Zavoli sono arrivate dopo un intervento di Paolo Bonaiuti del Pdl che, riferendosi alle polemiche pre-natalizie sulla presenza di Silvio Berlusconi in tv, e ribadendo le critiche sulle ripetute presenze di Mario Monti nei programmi di informazione Rai, aveva detto: “Se tanto allarme desta l’infrazione della par condicio da parte di un singolo membro, perchénon ci chiediamo come mai il rappresentante di una lista ancora senza nome va in tv nello stesso programma due volte nell’arco di 23 giorni? – e qui il riferimento è a Unomattina di oggi e di qualche settimana fa -. Ci è andato come presidente del Consiglio o come candidato?”. “Così – si è chiesto Bonaiuti – non si crea una posizione di privilegio?”. Sempre Bonaiuti aveva chiesto “se per andare in tv bisogna passare per il dg Gubitosi oppure per i soliti canali”, intendendo i direttori di reti e testate.