Una nuova perizia medico-legale sarà decisiva per stabilire a processo le responsabilità per la fine del piccolo Devid Berghi, il bimbo di appena 23 giorni che viveva per strada con la famiglia, morto di freddo a Bologna esattamente due anni fa. Gli esperti nominati dal giudice per le udienze preliminari, Alberto Ziroldi hanno fatto ulteriori ricerche per stabilire i motivi che hanno portato alla tragedia che il 5 gennaio 2011 sconvolse l’Italia intera. Gli approfondimenti, rispetto alla perizia fatta nei giorni immediatamente successivi al decesso, erano stati richiesti ad aprile dagli avvocati delle due dipendenti del Comune, Antonella Tosarelli e Mariangela Celeste, imputate anch’esse nel processo in rito abbreviato che si terrà il 6 febbraio prossimo. Gli approfondimenti, già depositati, serviranno al giudice per chiarire principalmente due cose: la causa della morte e il perché solo Devid si ammalò e non anche il suo gemello, Kevin, che viveva nelle stesse condizioni estreme.
Il processo, che essendo in abbreviato si terrà a porte chiuse, vede imputate in totale quattro persone, tutte per omicidio colposo: il padre e la madre del neonato, Sergio Berghi e Claudia Gambato, difesi dall’avvocato Milena Micele, sono accusati di negligenza, imprudenza e imperizia per non avere somministrato al figlio le cure necessarie. Per le due operatrici comunali Tosarelli, responsabile dei servizi sociali del quartiere Santo Stefano (assistita dall’avvocato Donatella Ianelli) e l’assistente sociale Celeste (difesa dall’avvocato Cesarina Mitaritonna), l’accusa è di non aver adempiuto all’obbligo giuridico di impedire l’evento. Per l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Alessandra Serra, si ritiene che la situazione di indigenza della famiglia sia stata sottovalutata troppo a lungo.
La famiglia Berghi viveva per strada con tre bambini piccoli sotto gli occhi di tutti, passando molta parte del tempo in Sala Borsa, la frequentatissima biblioteca e piazza coperta della città, spesso rifugio nelle giornate di freddo, di molti senza tetto. Il 4 gennaio 2011 un’autoambulanza del 118 raccolse il piccolo Devid febbricitante nella centralissima Piazza Maggiore lì di fronte. Trasportato d’urgenza al policlinico Sant’Orsola, il bambino fu ricoverato in gravissime condizioni e, nonostante le cure intensive, il giorno successivo morì. La vicenda fece scalpore: la presenza per le vie della città e nella biblioteca della coppia e dei bimbi non poteva passare inosservata. Oltre a Devid, con i genitori c’era il gemello Kevin e una piccola di 18 mesi, nata da una precedente relazione della donna.
La pm Serra durante le indagini ha ricostruito anche i giorni precedenti la morte del bimbo, rilevando presunte gravi responsabilità da parte del papà e della mamma Una di queste è riportata nella richiesta di rinvio a giudizio: una operatrice dell’Associazione Poveri e Vergognosi, testimoniò di aver offerto aiuto alla coppia del neonato proprio nei giorni precedenti la morte di Devid. Ai due il 31 gennaio 2010 sarebbe stata anche offerta una stanza d’albergo. Ma avrebbero rifiutato, sostenendo di avere un’abitazione in via delle Tovaglie, cosa che sarebbe poi risultata non vera. Il processo fra un mese dirà chi doveva evitare che un bimbo morisse di freddo sotto gli occhi di una città.
Emilia Romagna
Caso Devid Berghi, nuova perizia medico legale sul corpo del bambino
L'esito dell'approfondimento richiesto dal giudice, sul caso del piccolo morto il 5 gennaio di due anni fa, si saprà nell'udienza con rito abbreviato che si terrà il 6 febbraio 2013. Imputati per omicidio colposo il padre e la madre del neonato, e per non aver impedito l’evento le due operatrici comunali dei servizi sociali
Una nuova perizia medico-legale sarà decisiva per stabilire a processo le responsabilità per la fine del piccolo Devid Berghi, il bimbo di appena 23 giorni che viveva per strada con la famiglia, morto di freddo a Bologna esattamente due anni fa. Gli esperti nominati dal giudice per le udienze preliminari, Alberto Ziroldi hanno fatto ulteriori ricerche per stabilire i motivi che hanno portato alla tragedia che il 5 gennaio 2011 sconvolse l’Italia intera. Gli approfondimenti, rispetto alla perizia fatta nei giorni immediatamente successivi al decesso, erano stati richiesti ad aprile dagli avvocati delle due dipendenti del Comune, Antonella Tosarelli e Mariangela Celeste, imputate anch’esse nel processo in rito abbreviato che si terrà il 6 febbraio prossimo. Gli approfondimenti, già depositati, serviranno al giudice per chiarire principalmente due cose: la causa della morte e il perché solo Devid si ammalò e non anche il suo gemello, Kevin, che viveva nelle stesse condizioni estreme.
Il processo, che essendo in abbreviato si terrà a porte chiuse, vede imputate in totale quattro persone, tutte per omicidio colposo: il padre e la madre del neonato, Sergio Berghi e Claudia Gambato, difesi dall’avvocato Milena Micele, sono accusati di negligenza, imprudenza e imperizia per non avere somministrato al figlio le cure necessarie. Per le due operatrici comunali Tosarelli, responsabile dei servizi sociali del quartiere Santo Stefano (assistita dall’avvocato Donatella Ianelli) e l’assistente sociale Celeste (difesa dall’avvocato Cesarina Mitaritonna), l’accusa è di non aver adempiuto all’obbligo giuridico di impedire l’evento. Per l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Alessandra Serra, si ritiene che la situazione di indigenza della famiglia sia stata sottovalutata troppo a lungo.
La famiglia Berghi viveva per strada con tre bambini piccoli sotto gli occhi di tutti, passando molta parte del tempo in Sala Borsa, la frequentatissima biblioteca e piazza coperta della città, spesso rifugio nelle giornate di freddo, di molti senza tetto. Il 4 gennaio 2011 un’autoambulanza del 118 raccolse il piccolo Devid febbricitante nella centralissima Piazza Maggiore lì di fronte. Trasportato d’urgenza al policlinico Sant’Orsola, il bambino fu ricoverato in gravissime condizioni e, nonostante le cure intensive, il giorno successivo morì. La vicenda fece scalpore: la presenza per le vie della città e nella biblioteca della coppia e dei bimbi non poteva passare inosservata. Oltre a Devid, con i genitori c’era il gemello Kevin e una piccola di 18 mesi, nata da una precedente relazione della donna.
La pm Serra durante le indagini ha ricostruito anche i giorni precedenti la morte del bimbo, rilevando presunte gravi responsabilità da parte del papà e della mamma Una di queste è riportata nella richiesta di rinvio a giudizio: una operatrice dell’Associazione Poveri e Vergognosi, testimoniò di aver offerto aiuto alla coppia del neonato proprio nei giorni precedenti la morte di Devid. Ai due il 31 gennaio 2010 sarebbe stata anche offerta una stanza d’albergo. Ma avrebbero rifiutato, sostenendo di avere un’abitazione in via delle Tovaglie, cosa che sarebbe poi risultata non vera. Il processo fra un mese dirà chi doveva evitare che un bimbo morisse di freddo sotto gli occhi di una città.
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Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Qual è il suo sogno quando era piccolo?". "Questa è una domanda interessante, perché i sogni cambiano nel corso della vita, con l'età. Quando ero piccolo mi sarebbe piaciuto fare il medico, poi ho cambiato idea. Quando si è a scuola, crescendo, si studia un po' tutto. C'è un momento in cui bisogna scegliere cosa fare. Alla fine ho scelto il diritto, la legge". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella rispondendo ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "Non ho mai sognato di fare il calciatore perché non ero per niente bravo", ha aggiunto sorridendo.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "C'è molto di buono in questo paese, e questo mi conforta sempre". Così il Presidente della repubblica Sergio Mattarella ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "La fatica viene cancellate dal vedere cose buone che si vedono in Italia", ha detto.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Le piacerebbe fare un altro lavoro?". Questa è stata a prima domanda rivolta dagli alunni della scuola de Amicis di Palermo al Capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita a sorpresa questa mattina nel plesso. "Io sono vecchio - ha risposto - il mio lavoro non è quello che faccio adesso, il mio lavoro abituale era quello di insegnare Diritto costituzionale all'Università, ma ormai non lo faccio più da tempo. Questo impegno che svolgo ora non è un lavoro, è un impegno per la nostra comunità nazionale. E' faticoso, però è interessante perché consente di stare in contatto con la nostra società, con tutti i cittadini di ogni origine, ed è una cosa di estremo interesse".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "La musica, così come le iniziative sui libri, la cultura, sono il veicolo della vita, della convivenza, dell'apertura, della crescita personale e collettiva. E' quello che state facendo in questa scuola. Per me è davvero un motivo di soddisfazione essere qui e farvi i complimenti". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando i bambini della scuola De Amicis. Nel novembre scorso i bimbi della quinta C furono insultati mentre si esibivano davanti alla Feltrinelli, vestiti con abiti tradizionali africani. "Io ogni anno vado in una scuola per l'apertura dell'anno scolastico, ma non è frequente che vada in altre occasioni. Sono lietissimo di essere qui questa mattina- dice Mattarella- E ringraziarvi per quello che fate. Ringrazio i vostri insegnanti per quello che vi trasmettono e per come vi guidano nell'accrescimento culturale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Voi siete una scuola che con la cultura, la musica, la lettura, e altre iniziative di crescita culturale, esprime i valori veri della convivenza nel nostro paese e nel mondo, che sempre è più unito, connesso, sempre più senza confini. Ed è una ricchezza crescere insieme, scambiarsi opinioni e abitudini, idee, ascoltare gli altri. fa crescere e voi lo state facendo, per questo complimenti". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella si è rivolto ai bambini della scuola De Amicis di Palermo. Nel novembre scorso i bimbi della quinta c, molti dei quali di origini africane, furono insultati per strada mentre si esibivano in uno spettacolo vestiti con abiti tradizionali. "Cercate di trovare la vostra strada secondo le vostre inclinazioni, auguri a tutti voi e complimenti", ha aggiunto. "Sono lietissimo di incontrarvi in questo auditorium che ci accoglie, ragazzi. Ringrazio la dirigente scolastica e i collaboratori, gli insegnanti e li ringrazio per quanto fanno. Voglio fare i complimenti a voi, siete bravissimi. Avete eseguito magistralmente questi due pezzi", ha detto ancora il Capo dello Stato parlando ai ragazzi che si sono esibiti in un breve concerto. "Non è facile con tanti strumenti ad arco, a fiato, a percussione. Complimenti ai vostri insegnanti e a voi".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - “Vivere insieme, dialogare fa crescere. Rivolgo un sentito grazie ai vostri insegnanti. Insegnare è un’impresa difficile ma esaltante”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rivolgendosi agli alunni della scuola De Amicis-Da Vinci di Palermo dove si è recato a sorpresa questa mattina. I bambini, lo scorso novembre, furono insultati con epiteti razzisti davanti alla Feltrinelli di Palermo, dove si erano esibiti in uno spettacolo tradizionale. Molti dei bimbi della 5 c, visitata oggi da Mattarella, sono di origini africane. Oggi, tutt’altro che imbarazzati dalla presenza dell’ospite illustre, perché la visita è stata tenuta segreta dalla dirigente scolastica Giovanna Genco, i bambini hanno rivolto al Presidente alcune domande, consegnandogli dei doni. Sulla lavagna di classe spiccava un grande tricolore.
I bambini hanno poi scortato il presidente nell’aula magna dove l’orchestra dei ragazzi delle classi della secondaria ha suonato due brani di Giuseppe Verdi, il coro delle Zingarelle dalla Traviata e il 'Va, pensiero' dal Nabucco.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo avere incontrato i bambini della quinta C dell'Istituto De Amicis-Da Vinci di Palermo, che lo scorso novembre furono insultati in centro città per il colore della pelle, perché molti di loro sono di origini straniere, si è fermato in classe a rispondere alle loro domande. Sopra la lavagna in classe c'è una bandiera tricolore.