Una campagna elettorale con i toni più bassi e un futuro da ricostruire partendo da un calo delle tasse. E’ la via tracciata dal presidente della Conferenza episcopale italiana Angelo Bagnasco che oggi ha incontrato il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e il commissario della Provincia di Genova Piero Fossati. “Per portare ad un buon esito – spiega l’arcivescovo di Genova – la campagna elettorale deve essere più costruttiva e rispettosa delle diverse posizioni, pur dentro la dialettica, che è giusta”. “Certamente – prosegue l’alto prelato – le tasse non alleggeriscono le situazioni. Speriamo tutti che in prospettiva, avviando una fase di crescita che tutti dicono giustamente di voler perseguire, questo peso possa essere alleggerito”.
A causa della crisi economica in atto, prosegue, “siamo tutti chiamati a rivedere meglio le cose e questo vuol dire rivederle non soltanto con criteri puramente economici ma dentro ad un contesto più ampio dei valori morali, dei criteri etici, dell’onestà personale, dell’interesse pubblico, dell’interesse comune”. “Vi sono servizi – ha detto – che da sempre sono deputati in modo particolare alle Province”. Il cardinale ha anche parlato di “utilizzo migliore delle risorse a tutti i livelli, in tutti i modi e in tutte le forme”, perché le “le risorse sono quello che sono”. Tale migliore utilizzo, ha proseguito, “sia davvero la via attraverso cui si possa arrivare a delle soluzioni che tengano insieme i servizi assolutamente necessari, le persone che lavorano e le articolazioni dello Stato e della società. Sono tre valori che devono essere tenuti insieme nel modo più virtuoso possibile”. Bagnasco si augura “che il 2013 sia un anno all’insegna di un ulteriore sussulto di fiducia, speranza e coesione”.
Bagnasco, dopo l’episodio di ieri a Busto Arsizio durante l’amichevole del Milan, coglie l’occasione anche per parlare di razzismo: è figlio “della cultura individualista”, dice, che permea la società contemporanea, e quanto avvenuto ieri è un esempio. “Più al mondo del calcio – ha detto il cardinale – il mio messaggio è rivolto al mondo in generale, alla nostra cultura, al nostro modo di stare insieme. Viviamo in una cultura che vede negli altri dei nemici potenziali. Finché seminiamo una cultura individualista, dove ognuno è per sé, dove vogliamo andare?”. Se poi avvengono fatti come quello di Busto Arsizio “non ci si meravigli – ha proseguito il cardinale – perché l’individualismo non libera la persona, la rinchiude in sé stessa e vede negli altri dei nemici potenziali”. A chi gli ha chiesto se il mondo del calcio dovrebbe essere prima di tutto un fenomeno di socialità, Bagnasco ha risposto: “E’ vero, è quello che vogliamo tutti”.