Politica

Monti si è ubriacato di politica. Ma rischia il flop

Maschio, over 50, ricchissimo, possibilmente confindustriale. Non è il profilo del single che molte donne vorrebbero impagliare, nossignore. Trattasi, invece, del candidato tipo della lista montiana, che in queste ore, tra mille scazzi e liti furiose sta prendendo corpo. Si diceva che Montezemolo avrebbe puntato su donne e giovani, per svecchiare la politica e aprire alla società civile. Anche no, invece, visto che i posti importanti li stanno occupando i soliti noti, gli amici di Luca, i residuati bellici della Prima Repubblica.

Bombassei capolista in Lombardia, ad esempio. O un membro della dinastia Matarrese in Puglia. Il Lazio, invece, è cosa di Sant’Egidio e il capolista lo sceglie Riccardi. Roba che Andreotti riacquista improvvisamente una vitalità sorprendente. E le donne? E i giovani? Niente, non pervenuti. Pare che si salvi, al momento, solo Irene Tinagli, che dalle parti della Carlos III di Madrid non devono vedere da un bel po’, indaffarata com’è nelle beghe politiche di casa nostra.

Pierferdinando Casini, dal canto suo, non vuole la lista unica, perché rischierebbe solo di portare l’acqua sulle orecchie a chi vuole fare il figo con i voti degli altri. Gianfranco Fini è sempre più isolato e per salvare l’istituzionale deretano pare abbia sbolognato il plenipotenziario Italo Bocchino, inviso ai più dalle parti del Terzo Polo. Un gran casino, insomma, che nemmeno la sobrietà di Mario Monti riesce a ‘silenziare’.

Lui, il prof, sembra essersi ubriacato di politica. C’ha preso gusto, insomma, ha tolto il loden e ha indossato una mimetica (di cachemire magari, ma sempre mimetica) per condurre una campagna elettorale mediatica che nemmeno il Berlusca dei tempi d’oro. Crede di dare le carte, Mario Monti, ma sembra essersi incartato troppo presto. Dispensa con distaccata cattiveria pillole di cianuro a chi lo ha appoggiato fino all’altroieri e visto che con la formazione delle sue liste ha qualche difficoltà, tenta di influenzare quelle degli altri. A che titolo, non è dato saperlo.

I sondaggi, poi, non premiano il polo montiano, dato al 12% secondo le ultime rilevazioni e quindi addirittura quarto dietro Pd, Pdl e Movimento 5 Stelle. Se andassero davvero così le cose, sarebbe un flop clamoroso. Ma se ti affidi a Montezemolo, Casini e Fini, santa miseria, cosa pretendi?