Dopo le polemiche sulla "scelta" di Sandra Zampa alle Parlamentarie il partito inserisce il presidente dell'Associazione Vittime 2 Agosto come nome di "listino". Massimo Bugani: "Lascia la carica di tua volontà, ci vuole persona super partes". Raisi, ex An: "Altroché cambiamento, gli pagano i servizi resi in questi anni con un seggio"
Una giornata dal sapore agrodolce quella di Paolo Bolognesi. La tanto attesa riunione del 5 gennaio c’è stata. I vertici emiliano romagnoli del Partito democratico gli hanno aperto i portoni di Montecitorio, ma nello stesso istante hanno iniziato a levarsi le voci di chi vuole le sue dimissioni da presidente dell’Associazione vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. L’uscita più clamorosa in questo senso è stata quella del consigliere comunale del Movimento 5 stelle, Massimo Bugani: “Chiedo ufficialmente a Paolo Bolognesi di dimettersi immediatamente dalla carica, senza attendere il prossimo direttivo dei parenti delle vittime”, ha scritto oggi su Facebook l’esponente 5 stelle. “Quel ruolo spetta a persone (come sei stato tu, caro Paolo, fino a poche settimane fa) super partes e libere da logiche di partito”.
Paolo Bolognesi, sentito dal Fatto quotidiano, alla domanda sulle sue possibili dimissioni in caso di elezione alla Camera spiega: “Decideranno gli associati. Il 2 marzo terremo un consiglio e in quella sede faremo tutte le considerazioni del caso”. Poi ragiona: “Perché nel 2008 sulla candidatura di Daria Bonfietti (presidente Associazione vittime di Ustica) nessuno disse niente? Presto ci incontreremo con i presidenti delle altre associazioni di vittime del terrorismo: è la prima volta che una persona legata a questo mondo potrebbe finire in Parlamento”.
Il presidente dell’associazione vittime del 2 agosto subito dopo le primarie per la scelta dei parlamentari Pd, era stato al centro di un ‘caso politico’. La prodiana Sandra Zampa (5.715 preferenze) aveva avuto più voti di Bolognesi (4.392), ma in base alla regola dell’alternanza in lista tra un uomo e una donna, a passare doveva essere Bolognesi. Ma le regole sono state cambiate in corsa. Ufficialmente per la disparità di voti, o più probabilmente per non mettere fuori un pezzo da novanta del partito appoggiata da Romano Prodi, il segretario regionale Bonaccini aveva scelto di escludere Bolognesi.
Tuttavia, dopo giorni di polemiche oggi è stato deciso che Bolognesi entrerà comunque, ventitreesimo in lista (Sandra Zampa invece al n 20). Cosa significa? Se scatterà il premio di maggioranza alla Camera, cosa probabile per il Pd, il presidente dell’associazione vittime della strage alla stazione di Bologna dovrebbe entrare senza problemi. “Sono contento”, è la reazione di Bolognesi.
Tuttavia le polemiche sulla sua candidatura sono partite subito. Bugani, sempre sulla sua pagina Facebook precisa anche di essere stato vicino altre volte a Bolognesi. “Paolo, rispetto la tua candidatura e la tua scelta di provare a incidere all’interno delle istituzioni, ma ritengo che per ragioni di coerenza e di credibilità sarebbe più corretto abbandonare il ruolo di presidente dell’Associazione di tua spontanea volontà”.
Diversi i toni invece di un avversario storico di Bolognesi, Enzo Raisi, il deputato finiano con un passato nel Movimento sociale italiano. Sostenitore di una tesi storica antitetica sulla strage alla stazione, strage per cui sono stati condannati gli ex militanti di estrema destra Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, Raisi ha attaccato la candidatura del presidente delle vittime: “Ma guarda un po’ Bolognesi, benché sconfitto alle primarie viene ripescato dal partito che dimostra di essere sempre più vecchio Pci dipendente, altroché cambiamento”, scrive il deputato su Facebook. “Gli pagano i servizi resi in questi anni a dimostrazione che Bolognesi era lì con un ruolo ben preciso. Neanche si è dimesso, secondo me si presenterà in parlamento con la seggiola attaccata“.
Raisi, che da sempre porta avanti la linea dell’innocenza di Mambro e Fioravanti, questa estate fece una clamorosa gaffe. Disse che Bolognesi era un presidente abusivo, per non avere avuto parenti deceduti nello scoppio del 2 agosto 1980. “Mia suocera, Vincenzina Sala, è morta sul colpo. L’ abbiamo riconosciuta per l’anello che aveva al dito alle 2 del mattino del 3 agosto, in obitorio. Il suo nome sta sulla lapide”, fu la risposta di Bolognesi, che oggi dice: “Le parole di Raisi lasciano il tempo che trovano”.