E’ stato dichiarato nullo il sequestro in Svizzera di azioni per un valore di 4 milioni di euro, riconducibili secondo i magistrati della procura di Palermo al “tesoro” di don Vito Ciancimino. La scoperta è stata fatta in collaborazione con le autorità della Confederazione Elvetica e, come ricostruisce il Giornale di Sicilia, riguarda cinque certificati azionari appartenenti alla Matica Holding Sa di Lugano, azienda a sua volta di proprietà della Scl Honding Spa che ha sede in Lussemburgo. Il provvedimento di sequestro, chiesto dai pm ed emesso dal gip con il meccanismo della rogatoria internazionale, è stato però annullato dal tribunale del riesame per motivi di forma e anche di sostanza.
Ma l’inchiesta rimane in piedi e punta sulle attività che il figlio di don Vito, Massimo Ciancimino, continuerebbe a svolgere per nascondere l’enorme patrimonio del padre, ormai sparso in tutto il mondo. La Matica fa capo a Sandro Camilleri, 42 anni, figlio dell’ex sindaco di Palermo Stefano Camilleri, di 78, personaggio considerato molto vicino a Ciancimino padre, morto il 17 novembre 2002. Indagati anche – oltre allo stesso Massimo, superteste dell’indagine sulla trattativa Stato-mafia – la madre, Epifania Silvia Scardino, 80 anni, e la moglie Carlotta Messerotti, di 40.
L’operazione, coordinata dalla Procura, era partita alla fine di luglio, con un’istanza di perquisizione e sequestro per rogatoria, avanzata alle autorità della Svizzera: i pm avevano chiesto di acquisire i valori patrimoniali riferibili agli indagati e alla Matica. A chiedere e ottenere il successivo dissequestro da parte del tribunale del riesame è stata poi la holding di riferimento, la Scl, di cui Sandro Camilleri è procuratore speciale. I cinque certificati azionari della Matica sono relativi alle azioni da 1 a 50.570.684.