“Ho cancellato il beauty contest, per fare l’asta aspettiamo il via libera Ue e Agcom. Abbiamo sollecitato, l’asta si deve fare”. Il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera su twitter posta un messaggio sull’asta delle frequenze televisive che, secondo quanto scrive oggi ‘la Repubblica‘ incontrerebbe nuovi ostacoli sul suo cammino. Gli ultimi coinvolgono i tre editori Rai, Mediaset e Telecom e gli stati di Croazia e Malta, che si sono trovati ‘invasi’ dalle loro frequenze. Un caos di ripetitori che, però, “non è imputabile a Monti o al ministro Passera” perché semmai si tratta di “un ‘regalo’ del governo Berlusconi“. E nella migliore delle ipotesi, visti i veti esteri e l’ipotesi di stop di Agcom di “fermare il treno dell’asta delle frequenze”, l’asta si farà. Ma non con questo governo.
Lo scorso 20 dicembre lo schema di regolamento dell’asta frequenze che ha sostituito il beauty contest è stato approvato dall’Autorità per le comunicazioni che l’ha inviato a Bruxelles per il prescritto parere definitivo. Con tutta probabilità le ferie per le festività natalizie hanno rallentato l’iter di approvazione del provvedimento che tuttavia questa settimana dovrebbe essere esaminato. Di certo senza il via libera Ue l’asta non può essere bandita, ma a questo punto il parere di Bruxelles non si dovrebbe fare attendere. Ciò detto resta da vedere se i tempi tecnici consentiranno all’attuale governo di bandire l’asta e soprattutto, come osservano fonti di mercato, se l’asta rientra negli affari di ordinaria amministrazione per il quale l’esecutivo è tuttora in carica. L’impianto del provvedimento, dall’Autorità messo a consultazione pubblica che si è conclusa lo scorso 17 dicembre, rimane largamente invariato rispetto al testo originario anche se recepisce alcune modifiche emerse nell’ambito della consultazione stessa. Il parere favorevole di Bruxelles è condizione per chiudere la procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia. Acquisito il parere l’Autorità inoltrerà il provvedimento al ministero dello Sviluppo economico cui la legge affida il compito di indire la gara prevista dalla legge 44/2012.
In Croazia le frequenze della tv di Stato nel passaggio al digitale terrestre, invadevano ” il territorio nazionale, del Montenegro e quando va male della Slovenia“. La Rai ricorre al Tar, vince, e “chiede nuove frequenze, di quelle che non interferiscano con le emittenti dei Paesi vicini”. Tutte frequenze pescate tra quelle che il ministro vorrebbe mettere all’asta. Sul fronte Mediaset e Telecom, entrambi ricevono frequenze che replicano il problema, ma a Malta. Che insieme alla Croazia deposita un dossier dettagliato all’Agcom. Tutti i gruppi sono “sono disponibili a spegnere i ripetitori” ma, scrive Repubblica, “chiedono che il Garante e il governo assegnino loro frequenze migliori, coordinate sul piano internazionale, incapaci di invadere territori stranieri. Frequenze da pescare nel bouquet che il governo vorrebbe mettere all’asta prima delle politiche di febbraio”. Ma