Entra in vigore il decreto legge Balduzzi. Per i trasgressori che venderanno prodotti vietati ai minori sono previste multe fino a 2mila euro. Restrizioni sulle norme per la pubblicità per i giochi: sarà obbligatorio indicare le percentuali di possibilità di vincita
D’ora in poi per acquistare sigarette e bevande alcoliche sarà necessario esibire la carta d’identità a riprova della maggiore età. È questa una delle misure a più largo effetto contenute nel decreto legge Sanità predisposto dal ministro della Salute Renato Balduzzi, pubblicato a novembre sulla gazzetta ufficiale ed entrato in vigore con l’inizio del nuovo anno. Gli esercenti saranno tenuti a verificare di non avere davanti un minorenne al momento dell’acquisto di un pacchetto di sigarette o di una birra, con l’obbligo di richiedere un documento se la maggiore età non è manifesta.
Molti si sono già adeguati in tutta Italia, esponendo cartelli sulle vetrine o all’interno dei locali che spiegano il nuovo divieto che ha alzato ai 18 anni il limite rispetto ai 16 anni previsti finora (che resta invece in vigore per la somministrazione). Anche perché, per i trasgressori beccati a vendere i prodotti vietati ai minori, si preannunciano multe stabilite: le contravvenzioni fissate nel decreto vanno dai 250 fino a mille euro e da 500 a duemila in caso di recidiva con la sospensione per tre mesi della licenza all’esercizio di attività.
Sempre nel decreto Balduzzi è presente una vistosa stretta sul gioco d’azzardo, con un’attenzione particolare sui minori. Pur non essendo alla fine entrata in vigore la proposta (presente nella prima bozza) di stabilire una distanza minima dei videopoker di 500 metri da istituti scolastici di qualsiasi grado, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente da giovani, sono diverse le misure atte a contrastare il gioco patologico.
Tra queste spiccano le restrizioni sulle norme per la pubblicità del gioco d’azzardo, con l’obbligo di indicare le percentuali di possibilità di vincita. La legge 189 del 2012 prevede inoltre che dal 1 gennaio 2013 i gestori di sale gioco e di esercizi in cui vi sia offerta di giochi pubblici, ovvero di scommesse su eventi sportivi, anche ippici e non sportivi, siano “tenuti a esporre, all’ingresso e all’interno dei locali, il materiale informativo predisposto dalla aziende sanitarie locali, diretto ad evidenziare i rischi correlati al gioco e a segnalare la presenza sul territorio dei servizi di assistenza pubblici e del privato sociale dedicati alla cura e al reinserimento sociale delle persone con patologie correlate al gioco d’azzardo patologico”. Non è stata invece inserita nell’ultima versione la possibilità del sindaco di limitare gli orari dei luoghi di gioco e del prefetto di dichiarare impignorabili i beni dei giocatori patologici, elementi pure presente nella prima bozza del provvedimento.