A capo del consorzio di imprese che avrebbero costituito un vero e proprio “comitato trasversale di affari” in grado di inquinare le procedure della pubblica amministrazione attraverso un sistema di tangenti mascherate da piaceri e clientele varie c'era il cognato di Nicola Cosentino
Sessantuno indagati, quattordici misure cautelari tra carcere, domiciliari e divieti di dimora, il sindaco Pd di Benevento Fausto Pepe raggiunto dal divieto di dimora nel comune di cui è amministratore, manette per un imprenditore di San Cipriano d’Aversa, Antonio Cavaliere, cognato del leader Pdl Nicola Cosentino e capocordata di un consorzio di imprese casertane che aveva raccolto alcuni appalti nel capoluogo del Sannio. E’ il bilancio di una maxi inchiesta sulla spartizione di appalti e servizi affidati dal Comune di Benevento a un gruppo di ditte che, secondo il pm titolare del fascicolo Antonio Clemente e il procuratore capo Giuseppe Maddalena, avrebbero costituito un vero e proprio “comitato trasversale di affari” in grado di condizionare e inquinare le procedure della pubblica amministrazione attraverso un sistema di tangenti mascherate da piaceri e clientele varie. Tra cui spiccavano alcuni interventi edili ‘gratuiti’ nelle abitazioni private di alcuni amministratori. Un sistema in cui erano coinvolti politici, funzionari e tecnici del Comune ed imprenditori locali e del casertano (tra Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa), accusati a vario titolo di concussione anche elettorale, corruzione, truffe aggravate, turbativa d’asta, frodi in pubbliche forniture, falsità ideologiche, abusi d’ufficio e frodi fiscali tramite l’emissione di fatture false.
Secondo il Gip di Bevenento Flavio Cusani gli indagati avrebbero agito “nel più rozzo favoritismo e nel mercimonio della funzione, non più svolta nell’interesse esclusivo della collettività, ma per perseguire utilità ed interessi privati propri, di familiari, persone ed imprese amiche” ed ancora “emerge in particolare la mediocrità del personale tecnico e dirigente… che a parte la palese disonestà manifestata… appare del tutto inadeguato. I dirigenti ed i tecnici vengono fuori…. come i vasi di coccio di manzionana memoria, stretti nella morsa costituita da una parte dall’arroganza dei politici disonesti… e dall’altra dalle blandizie e dai favori offerti da imprenditori spregiudicati…”.
In carcere sono finiti Luigi Boccalone, ex assessore alle Finanze ed attuale presidente del consiglio comunale, Antonio Cavaliere, Aldo Damiano, ex assessore ai Lavori Pubblici della prima giunta Pepe e attualmente consigliere comunale, Giovanni Racioppi, funzionario tecnico del settore Lavori Pubblici. Arresti domiciliari per tre imprenditori edili di Benevento, divieto di dimora per altri sei tra tecnici e imprenditori. Il pm aveva chiesto 26 misure cautelari, ma il Gip ne ha rigettate una dozzina.