La situazione di sovraffollamento nelle carceri italiane, oggi in primo piano dopo la sentenza di condanna nei confronti dell’Italia arrivata dalla Corte di Strasburgo, è un problema ormai diventato cronico, un’emergenza su cui più volte anche il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha lanciato l’allarme. Sebbene recenti interventi normativi abbiano tentato di arginare il problema, il quadro che emerge dagli ultimi dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) e dal ministero è critico. Così come quello descritto dall’associazione Antigone, da anni attiva sui problemi delle carceri.

65mila detenuti, 47mila posti – In base alle cifre fornite dal ministero, ad oggi nella carceri italiane si contano in totale 65.726 detenuti: 42.230 italiani e 23.496 stranieri; 25.708 gli imputati in attesa di giudizio tra primo grado, appello e ricorrenti. Un quadro più dettagliato sulla capienza emerge dai dati aggiornati al 31 dicembre scorso, quando risultavano detenute 65.701 persone nelle strutture carcerarie, che da capienza regolamentare ne potrebbero ospitare 47.040, anche se la capienza tollerabile arriva a 71.356 posti.

Piacenza e Busto, situazione critica: manca anche l’acqua calda – Nelle due regioni in cui si trovano le carceri di Piacenza e Busto Arsizio, al centro della sentenza della Corte di di Strasburgo, la situazione complessiva descritta dai dati del Dap è la seguente: in Emilia Romagna il numero di detenuti complessivo è 3.469 contro una capienza regolamentare di 2.464 unità e tollerabile di 4.143; in Lombardia sono presenti 9.307 persone nelle carceri contro una capienza di 6.051 e una capienza tollerabile di 9.179.

Per quanto riguarda in particolare la casa circondariale di Piacenza, Antigone indica che la struttura – che risale agli anni ’70 – è omologata per una capienza di 178 detenuti, ha una capienza tollerabile di 362, ma ospita 390 persone. “Le celle sono di 9 mq compreso il bagno, con 3-4 detenuti per cella”, segnala l’associazione. “Mediocre lo stato di manutenzione della struttura: pareti scrostate, non vengono riverniciate da tempo, cancelli sono arrugginiti, il pavimento in linoleum si scolla, la pulizia della struttura non è particolarmente buona. Le celle denotano notevole trasandatezza: letti a castello arrugginiti, pareti scrostate, luce ridotta dal sovraffollamento e nei corridoi insufficiente”. “Cronica mancanza di acqua calda”. A Busto Arsizio “a fronte di una capienza regolamentare di 167 posti, si contano 435 detenuti (ma si è arrivati anche a 450 detenuti), il 260,5% della capienza regolamentare”. “Le quattro sezioni detentive, nel corpo centrale dell’Istituto, hanno 26 celle originariamente previste come singole e ora tutte a tre posti, anche con castelli da 3. I bagni delle celle, tutti con acqua fredda, opportunamente isolati, hanno Wc alla turca, lavandino, bidet”. “Il vitto distribuito sembra preparato con cura ma in tutte le sezioni si rileva che le distribuzioni non avvengono in quantità sufficiente”.

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