L’Idv di Antonio Di Pietro perde un altro pezzo. Ieri il coordinatore nazionale dell’organizzazione giovanile del partito, Rudi Russo, ha deciso di non aderire alla “Rivoluzione Civile” promossa da Ingroia e De Magistris per accasarsi nel “Centro democratico” fondato dall’ex capogruppo del Gabbiano alla Camera, Massimo Donadi, insieme a Rutelli e Tabacci e ancorato alla coalizione di centrosinistra composta da Pd e Sel.

Secondo l’ormai ex leader dei Giovani di Valore la partecipazione dell’Idv alla lista unica di Ingroia sarebbe “uno degli epiloghi più infelici che l’Italia dei Valori potesse mai conoscere, paradossalmente in concomitanza con un momento decisivo per la politica italiana, dove il risultato elettorale potrebbe portare al superamento dell’anomalo confronto politico avuto col fenomeno del berlusconismo”.

Russo, insieme ad altri giovani dirigenti del partito che sono passati con Donadi, attacca Di Pietro ed il suo partito per avere “abbandonato con noncuranza il processo di definizione della propria identità politica” per dare vita ad una lista “con soggetti politicamente assai distanti tra loro, in un’operazione volta alla sopravvivenza di una piccola rappresentanza parlamentare”. 

Secondo i giovani dirigenti che hanno detto addio all’Idv, con l’adesione al movimento di Ingroia sarebbe stata “svenduta” la comunità politica di riferimento, “premuta dentro un imbuto stretto per realizzare, con i partiti della sinistra extraparlamentare di ispirazione comunista, una lista celata dietro il velo dell’impegno civico di alcuni”. 

Anche sul partito di Donadi però ci sono dei dubbi. La presenza in lista di Francesco Rutelli, dopo il caso Lusi che ha travolto l’ex Margherita, non rischia di essere ingombrante? “Tabacci e Donadi hanno dato la garanzia che quando faranno le liste non ci saranno indagati. Se al di là della presenza di Rutelli, ci sarà una rappresentanza laica, liberale e democratica, il Centro democratico sarà per me quello spazio politico ideale che era stato l’Italia dei valori prima della deriva movimentista senza profilo di governo”.

L’addio di Russo all’Idv non è privo di strascichi polemici. L’ex coordinatore nazionale dei giovani infatti siede nel Consiglio regionale della Toscana, dove è stato eletto nelle fila dell’Idv. E ora che ha lasciato il partito dell’ex pm, alcuni militanti hanno iniziato a chiedere le sue dimissioni anche dallo scranno regionale. “Ma io sono stato eletto nel 2010 da una comunità politica che oggi è molto cambiata e che in gran parte non sta seguendo il percorso politico dell’Italia dei valori – spiega il consigliere al Fattoquotidiano.it – Oggi quindi non saprei a chi rimettere il mio mandato. Preferisco restare qui e continuare a sostenere il governatore Rossi e la giunta della Regione Toscana, dove fonderò il gruppo di Centro democratico. Perché io avrò anche cambiato simbolo, ma le mie idee no”.

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