Talvolta l’Europa serve: ci bacchetta e ci fa ricordare che le nostre carceri fanno, semplicemente, schifo. Che in quei luoghi la dignità, che nel 2013 dovrebbe essere riconosciuta a qualsiasi essere vivente, è semplicemente ignorata.
Questa è l’Italia che fa finta di non sapere che le carceri sono zeppe di poveracci, parte consistente dei quali non dovrebbe neppure metterci piede. E’ la fotografia di un diritto penale che in altri tempi avremmo definito di classe. La costruzione di reati, la penalità e l’applicabilità sono tutti e solo rivolti verso la punibilità di fasce di popolazione in condizione di precarietà economica, relazionale, sociale. I crimini dei colletti bianchi sono, solitamente, avvolti nel peluche. Confezionati con molta più grazia di quelli della working class e respinti al mittente con molta più tolleranza e comprensione rispetto al lombrosiano giudizio con cui, spesso, il sistema giudiziario e politico condanna il reprobo soprattutto quando è povero.
Poi certo, c’è la stolta e cieca gioia di chi continua a negare che una amnistia sia l’unico artificio possibile per non infliggere, al reo, una pena che va ben al di là della privazione della libertà. Si sprofonda in discorsi dotti sul fatto che l’amnistia non serve a nulla perché nel giro di un anno la situazione tornerebbe come prima e si danno sagge soluzioni sul fatto che, se si inizia subito, le nuove carceri saranno ultimate in venti anni.
Alternativa ad un ventennio di sovraffollamento, ci sarebbe l’immediata depenalizzazione di molti reati o l’abrogazione di leggi demenziali ma spesso, sempre coloro che reputano orribile la sola proposta di amnistia reputano altrettanto orribile anche vedere le strade spalmate di immigrazione e di gentaglia dagli occhi spiritati.
E prosperano i delinquenti in giacca e cravatta che spingono gli onesti a parteggiare per loro e a stigmatizzare, quale pericolosi reati, fumarsi le canne, rubare un maglione, siglare un assegno non tuo.
Oltre al costo di un sistema penale iniquo, da oggi come ci ricorda Mario Staderini segretario di quel meritevole partito Radicale che denuncia da sempre questa follia, ci sarà il costo della nostra inerzia contabilizzato dalle corti europee.
Altre mille denunce aspettando un verdetto. Ed ogni verdetto conferma la nostra cecità.