In Italia alcuni agricoltori hanno annunciato l’intenzione di seminare mais MON810 sfidando le norme nazionali. Si rifanno a una sentenza della Corte di Giustizia europea dello scorso settembre che in realtà non ha modificato quanto già previsto dalla normativa europea e dunque non ha cambiato nulla, in Italia, su questa materia.
Sempre nel corso di quest’anno e sempre a proposito di semina di mais geneticamente modificato, la Corte di Giustizia europea dovrà esprimersi sulla vicenda Fidenato: a Pordenone il processo nei confronti dell’imprenditore che nella primavera del 2011 ha seminato senza autorizzazioni, si è chiuso con un nulla di fatto. Il giudice, proprio in ragione della sentenza della Corte di Giustizia, ha chiesto che sia questo stesso organo a pronunciarsi sulla compatibilità tra le norme italiane e la direttiva Europea.
E tra pochi giorni, sempre a Pordenone, si apre il processo nei confronti degli attivisti di Greenpeace che proprio sui campi di Fidenato erano intervenuti tagliando, isolando e mettendo in sicurezza la parte superiore delle piante di mais transgenico (quella che produce il polline responsabile della contaminazione di colture non gm).
Tutto questo (e altro ancora) avverrà nel pieno di una campagna elettorale dove – ho il forte sospetto – non sentiremo una parola sull’argomento da nessun candidato Presidente del Consiglio dei Ministri. Molto più importante parlare di spread, che per gli elettori è argomento altrettanto ostico. Lo spread però non si mangia, mentre gli Ogm sono già sulla nostra tavola (a partire dal fatto che larghissima parte dei mangimi per l’alimentazione animale provengono da vegetali transgenici). Favorevoli o contrari agli Ogm (noi di Slow Food, come noto, siamo nettamente dalla parte di coloro i quali gli Ogm non li vogliono perché, innanzitutto, non servono alla nostra agricoltura) credo che tutti quanti vorremmo sapere che cosa pensa di fare il nostro futuro Premier su questo tema, centrale per il futuro dell’agricoltura, dell’alimentazione, dell’ambiente nel nostro Paese.
Intanto l’anno è iniziato con notizie importanti anche in Europa. Il 2 gennaio scorso, il governo polacco ha adottato misure di salvaguardia nazionale volte a vietare la coltivazione del mais geneticamente modificato MON810 della Monsanto e della patata Amflora della Basf, gli unici due organismi geneticamente modificati autorizzati per la coltivazione nell’Unione europea. I due divieti entreranno in vigore a partire dal 28 gennaio 2013. Dalla Commissione europea hanno dichiarato che, come nel recente caso della Francia, la Polonia dovrà fornire nuove prove volte a giustificare l’imposizione del divieto e l’Efsa valuterà la richiesta. La Polonia è, dunque, l’ottavo Stato membro ad imporre misure di salvaguardia nazionali nei confronti delle colture geneticamente modificate, insieme a Francia, Germania, Austria, Ungheria, Grecia, Bulgaria e Lussemburgo.
Cari candidati Premier, voi cosa pensate di fare?