Sono state scattate dal telescopio spaziale europeo le prime immagini del corpo celeste in avvicinamento alla Terra. Dopo la sua scoperta, avvenuta nel 2004, era stato definito “l'asteroide della fine del mondo". Il prossimo 15 febbraio l'asteroide "2012 DA14" entrerà nell'anello satellitare e potrebbe creare qualche problema ai satelliti
Sono state scattate dal telescopio spaziale europeo Herschel le prime foto “a colori” dell’asteroide Apophis, in avvicinamento alla Terra, e mostrano che l’asteroide è un po’ più grande del previsto. Le immagini inviate a Terra da Herschel sono state catturate in diverse lunghezze d’onda, dall’infrarosso all’ottico, e grazie ad esse è stato possibile stabilire che Apophis ha una massa più grande di quanto calcolato: non ha un diametro compreso fra 210 e 330 metri, come si pensava, ma fra 310 e 340 metri. Un aumento che “si traduce in un aumento del 70% delle stime attuali relative al volume”, ha osservato Thomas Mueller, dell’istituto tedesco Max Planck per la Fisica extraterrestre di Garching.
Sembra comunque decisamente meno minaccioso, quello che subito dopo la sua scoperta, avvenuta nel 2004, era stato definito “l’asteroide della fine del mondo”. All’epoca, infatti le probabilità di un impatto con la Terra sembravano essere di ben il 2,7%, ma nuovi calcoli indicano che sarà solo un passaggio ravvicinanto, che avverrà a 36.000 chilometri dalla Terra, nell’orbita nella quale si trovano i satelliti geostazionari.
Su quello che invece accadrà nel passaggio ravvicinato del 2036 “c’è ancora un margine di incertezza – rileva l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) – in quanto l’orbita che l’asteroide percorrerà nel 2039 potrebbe alterarne sostanzialmente la traiettoria”. Anche qualsiasi dato del passaggio ravvicinato in corso è prezioso ai fini di questo calcolo ed il telescopio spaziale Herschel ha osservato Apophis per circa due ore, mentre l’asteroide si trovava a circa 14,5 milioni di chilometri dalla Terra. “Comprendere le proprietà di questo asteroide fornirà informazioni preziose anche per future missioni spaziali dirette a oggetti pericolosi”, rileva Laurence O’Rourke, coordinatore del programma Mach-11, del Centro europeo di astronomia spaziale (Esac). Intanto il prossimo il 15 febbraio l’asteroide 2012 DA14 in avvicinamento alla Terra potrebbe mettere in pericolo i satelliti geostazionari.