Pena sospesa per un ragazzo e una ragazza denunciati dal fratello di lei per attentato al pudore. I due, davanti al giudice, prima hanno negato e poi "confessato". La vicenda, raccontata da una radio, dimostra come il vento stia cambiando nel paese e come la tolleranza stia lentamente evaporando
Di loro si conosce solo l’età, vent’anni, non i nomi o dove, nella caotica banlieu di Tunisi, vivano. Si sa soltanto che, per un bacio scambiato per strada, sono stati fermati dalla polizia e portati davanti a un giudice per rispondere di attentato al pudore. La loro storia giudiziaria si è conclusa in una sola udienza, in cui, dapprima, hanno disperatamente negato tutto, per poi ammettere alla fine che, sì, qualche bacio c’era scappato, fidando nell’occhio benevolo della legge. Il giudice è stato inflessibile, applicando sino in fondo il codice, ma infliggendo una pena abbastanza mite: due mesi di reclusione, sospesi. A dare alla vicenda un respiro singolare è il fatto che, a mettere sulle tracce dei due ragazzi la polizia, sia stato il fratello di lei, il quale, venuto a sapere dell’accaduto, è andato di filato in caserma per chiedere agli agenti che si facesse qualcosa.
Il ‘bello’ è che il fratello s’è mosso dopo essere stato informato da un solerte amico che, passando per caso lungo una strada di un quartiere di Tunisi, ha visto i due sbaciucchiarsi pensando che fosse suo compito rendere partecipe dello ‘scandalo’ la famiglia della ragazza. A raccontare la storia è stato oggi il quotidiano arabofono Assarir, che ha evitato di fornire elementi per l’identificazione dei due ‘colpevoli’. Quanto accaduto appare il segno di come in Tunisia il vento stia cambiando direzione e la tolleranza che la caratterizzava da 50 e più anni a questa parte stia lentamente evaporando. La reazione del fratello della giovane sembra essere frutto di quella cultura di retroguardia che trova terreno fertile – al di là delle sue convinzioni morali o religiose – in un codice penale che, come quasi in tutto il mondo, dovrebbe essere applicato con la ragione. Anche perché nel concetto di “attentato al pudore” o “ai costumi”, volendo, ci può entrare di tutto se si guarda alla lettera della norma con occhi intransigenti. Nel recente passato altri ragazzi sono finiti nel mirino della legge tunisina e questo suona abbastanza sorprendente perché la morale varia a seconda delle zone della capitale. Così, se in periferia due ragazzi vengono fermati per qualche bacio, non altrettanto succede nelle zone ricche e residenziali, quali la Marsa o Le Lac, dalla vita notturna a dir poco vivace, dove l’abbracciarsi e il baciarsi non muove alcuna protesta o scandalo.
Ma c’è anche chi se l’è vista brutta. Come la ragazza che, dopo avere accusato tre agenti di averla violentata è stata da questi denunciata – con una evidente manovra intimidatoria – proprio per oltraggio al pudore: perché, nel momento dell’aggressione, era in auto con il fidanzato.