Il giuramento può attendere. Hugo Chavez, a Cuba per curarsi dal cancro, non potrà essere a Caracas per ufficializzare il nuovo mandato da presidente dopo le elezioni di ottobre. Le istituzioni del Venezuela gli concedono tempo. Il Tribunale Supremo di Giustizia ha deciso che non è necessario che Chavez formalizzi subito il suo nuovo mandato per essere considerato presidente rieletto del Paese. Luisa Estela Morales, presidente dell’Alta corte, ha annunciato la decisione, precisando che la nuova data per il giuramento – originariamente previsto per il 10 gennaio – sarà fissata dal Tribunale stesso, quando la salute del presidente lo permetterà.
Il Parlamento venezuelano, controllato da un’ampia maggioranza ‘chavista’, aveva concesso formalmente “tutto il tempo necessario” per completare le sue cure mediche. Dopo la decisione dell’Assemblea Nazionale la Corte Suprema venezuelana si è riunita per esaminare le richieste delle forze di opposizione. Secondo queste ultime il rinvio, motivato con le tuttora fragilissime condizioni di salute, sarebbe costituzionalmente illegittimo. Ma i sette magistrati che compongono il collegio, tutti considerati vicini allo stesso Chavez, hanno indetto una conferenza stampa, successiva alla riunione.
“Se qualcuno nutre dubbi, si rivolga pure alla Corte Suprema, vada davanti ai suoi giudici, e spieghi loro quali siano quei dubbi”, aveva affermato in tono di sfida durante il dibattito parlamentare il presidente dell’Assemblea, Diosdado Cabello, numero tre del Partito Socialista Unito facente capo a Chavez. “Noi dubbi non ne abbiamo su che cosa si debba fare, e su ciò che è sancito dalla Costituzione”, aveva tagliato corto. Ieri la Corte aveva già dichiarato inammissibile, seppure per ragioni tecniche, un ricorso presentato dalle opposizioni contro Cabello per presunto conflitto d’interessi. “Non so davvero che cosa stiano aspettando i giudici della Corte Suprema”, era stato il commento di Henrique Capriles, già sfidante del 58enne leader venezuelano nelle presidenziali vinte da quest’ultimo lo scorso ottobre. “Senza il minimo dubbio, in questo momento in Venezuela è insorto un conflitto costituzionale”, ha aggiunto oggi il numero uno del Movimento ‘Primero Justicia’, di centro-destra.
Il presidente dell’Assemblea Nazionale, Diosdado Cabello, ha letto la dichiarazione approvata dall’organo legislativo, in risposta a una lettera inviata dal vicepresidente, Nicolas Maduro, erede designato dallo stesso Chavez, nella quale annunciava che a causa delle sue condizioni di salute Chavez non sarebbe potuto tornare a Caracas in tempo per la cerimonia ufficiale. Cabello e Maduro, i due principali dirigenti ‘chavisti’, hanno minimizzato le versioni circolate sui media su possibili tensioni fra loro o fra i settori che rappresentano, denunciando l’atteggiamento dell’opposizione, accusata di “non voler accettare la decisione del popolo, che ha rieletto il Comandante (Chavez) nel modo più chiaro”. In una teleconferenza con alti ufficiali delle Forze Armate, Maduro ha ribadito la posizione del governo ‘bolivariano’, secondo il quale il giuramento del presidente – che secondo la Costituzione apre ogni nuovo mandato – “è una mera formalità”.