Se la matematica non è un’opinione, nell’accordo tra Lega e Pdl i conti non tornano. Al centro del patto c’è l’ormai famoso 75% di tasse pagate dai cittadini della Lombardia, che il candidato al Pirellone Roberto Maroni intende trattenere in Regione. Una questione fondamentale per il Carroccio, che ha centrato la campagna elettorale lombarda proprio su questo punto. Entrambe le parti concordano: “Si può fare”. Ma come? Maroni cita un pezzo del Corriere della Sera: “Contando tutte le imposte, comprese le spese dello Stato per il territorio”, spiega articolo alla mano, “attualmente in Regione rimangono il 66% di tasse”. I dati pubblicati dal quotidiano sono gli stessi citati ieri sera nella trasmissione Porta a Porta da Bruno Vespa alla presenza di Silvio Berlusconi. Ma qui le cose si complicano (leggi l’articolo). “A quel 66%”, spiega il Cavaliere, “vanno aggiunti tutti i soldi che lo Stato già spende nella Regione, e così si arriva già oggi al 72-73%”. Partire dal 66% o dal 73 non è proprio la stessa cosa. Nel primo caso, come sottolinea Maroni citando il Corriere, “il sogno della Lega vale 16 miliardi”. Se invece ha ragione Berlusconi il guadagno per i ‘lumbard’ supera di poco i tre miliardi e mezzo, 12 miliardi in meno. In conferenza stampa Maroni minimizza e si tiene stretti i dati di via Solferino. Ma quando il Fatto Quotidiano fa notare che proprio gli esperti del Corriere, nello stesso articolo, scrivono che il sogno della Lega è irrealizzabile ed equivale alla secessione del Paese, la musica cambia. “È un giudizio politico”, se ne esce Maroni, che tenta poi di recuperare spiegando il presupposto di tutta l’operazione. “Se i soldi sono miei lo posso fare”. E ancora: “Se sono soldi miei, non li devo chiedere a te”. Insomma, non se ne esce. Per fortuna il leader leghista un impegno chiaro prova a prenderlo: “Sarà innanzitutto una questione di responsabilità amministrativa”, spiega, “chi è abituato a prendere i soldi degli altri si renda conto che si cambia registro”. Bene, che i miliardi siano sedici o soltanto quattro, i leghisti lombardi dovranno rinunciare a utilizzarli per comprare fuochi d’artificio, cartucce o dvd. Parola di Maroni di Franz Baraggino e Luigi Franco
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