Politica

Elezioni 2013: “Effetto Berlusconi in tv spinge il Pdl al 17 per cento”

Grazie all'invasione mediatica portata avanti dal Cavaliere dall'11 dicembre scorso, il Popolo della libertà risale la china in cui era sprofondato dopo la caduta del governo di centrodestra nel novembre 2012. Secondo l'istituto Demopolis, infatti, dal 13, 5% si attesterebbe intorno al 17 pur senza la lista Meloni-Crosetto-La Russa chiamamta "Fratelli d'Italia"

“La televisione non porta voti”, hanno sempre sostenuto Silvio Berlusconi e i suoi colleghi di partito. Eppure, grazie all’invasione mediatica messa in atto dal Cavaliere dall’11 dicembre scorso – fino all’ultima apparizione nel salotto di Porta a Porta il 10 gennaio, il Pdl, dato per morto, ricomincia a risalire nei sondaggi. Lo certifica l’ultima indagine condotta dall’istituto Demopolis per Otto e Mezzo, il programma de La7 condotto da Lilli Gruber dove l’ex presidente del Consiglio ha fatto la sua apparizione l’8 gennaio. Ed è proprio secondo quest’ultimo sondaggio che Berlusconi starebbe trascinando il peso elettorale del suo partito sceso dal 37,4% delle ultime politiche al 13,5% del novembre scorso: ora il Pdl infatti si attesterebbe intorno al 17%, pur senza la lista Meloni-Crosetto-La Russa. Inoltre, sempre secondo Demopolis, il ritorno di Berlusconi alla guida del centrodestra è negativo per circa i due terzi degli elettori mentre il 26% lo valuta positivamente e il dato cresce al 63% tra chi si colloca in quell’aerea politica per arrivare oltre l’80% tra i votanti del Pdl. 

La ritrovata alleanza con la Lega piace ad appena un quinto degli elettori di centrodestra ed è inopportuna per il 27%. Il 53% tuttavia la ritiene sbagliata ma necessaria. Con la Lega, al 5%, e gli altri partiti alleati, La Russa, Storace e Miccichè, la coalizione di centrodestra, guidata da Berlusconi, si posiziona oggi al 28%, in recupero di alcuni punti rispetto a dicembre. Tradotto da Demopolis in termini di flussi elettorali, su 13 milioni e 700 mila elettori del Pdl nel 2008, solo 5 milioni e 800 mila, confermerebbero oggi il voto, anche se soltanto 2 milioni e 600 mila opterebbero per un altro partito.