Siede in abito talare su uno scranno dorato. Porta al collo una croce un po’ troppo vistosa e ha una cadenza romana decisamente marcata. A una domanda sull’uso del preservativo per prevenire l’Aids, risponde così: “A noi, daa vita, ce frega dal momento del concepimento fino alla nascita. Già un quarto d’ora dopo non je ne frega più niente a nessuno”. Il pubblico esplode in una risata scrosciante. Poi il prelato racconta la sua personalissima ricetta per contrastare l’aborto: “A ‘ste ragazze che abortiscono je levamo i punti della patente. Se non porti avanti la gravidanza non porti manco la macchina”. E ancora, sull’aborto: “Ma chi ve la tocca sta 194? Magaaari, ma quella ormai è una battaglia persa. Ma te poi fa’ partori’ una per forza? Che dobbiamo fa’, je commissariamo er corpo, je mandiamo i carabinieri a casa? Magaaari, ma non se pò fa’, non te lo fanno fa’”.
È mai possibile prendere sul serio un prete così? L’esilarante don Florestano Pizarro non è altro che un personaggio di Corrado Guzzanti. Uno dei più riusciti: il comico romano lo interpreta da anni a teatro e in televisione. È “solo” satira. Ma anche stavolta qualcuno si è offeso. E per usare un termine in voga, la vuole “silenziare”.
Per Guzzanti e il suo don Pizarro, infatti, è arrivata niente meno che la censura dell’Aiart. L’Associazione telespettatori cattolici lo ha denunciato per “aver offeso con battute da caserma il sentimento religioso degli italiani, vomitando insulti e falsità per oltre un’ora di spettacolo”. Nel mirino dei “telespettatori cattolici” c’è anche La7, che sta trasmettendo in prima serata “Recital”, lo show di Guzzanti: oltre alla querela al comico romano è arrivata la richiesta di sospensione del programma. “Recital”, in realtà, non è uno spettacolo televisivo, ma la messa in onda di tre serate dell’omonima tournée teatrale di Guzzanti del 2009. La prima è stata trasmessa il 4 gennaio. Per le prossime si vedrà. Eppure la comicità caustica di don Pizarro non è un nuovo pezzo nel repertorio dell’autore satirico. E lo sguaiatissimo prete non è nemmeno al suo esordio televisivo: è stato già proposto nel 2001, all’”Ottavo Nano”, nel 2008 a “Parla con me” e nell’ultimo show del 2011, “Aniene”. La carriera televisiva di Don Pizarro, insomma, ha più di dieci anni, ma prima della messa in onda di “Recital” nessuno se ne era mai lamentato.
Secondo l’Aiart, le battute di Guzzanti offendono “i sentimenti religiosi dei cattolici” e addirittura, “più in generale, di quanti liberamente professano una confessione religiosa”. Oltre ad appellarsi direttamente a La7 per la sospensione della trasmissione, l’associazione cattolica ha intenzione di presentare un esposto all’Agcom, “perché accerti violazioni e sanzioni per questo programma, che non ha niente a che vedere con la satira e con lo spettacolo”. Corrado Guzzanti per adesso ha preferito non commentare.
Ma a difesa di don Pizarro si è già messa in movimento la rete. E lo ha fatto in massa: su change.org, la piattaforma delle petizioni online, è comparso un documento in sostegno del comico e della libertà di satira (lanciato da Stefano Corradino, blogger del fattoquotidiano.it). In meno di tre giorni, è stato già firmato da quasi 40mila persone (i tweet sono oltre 400, le condivisioni su Facebook più di 5mila). La petizione definisce la denuncia a Guzzanti da “Medioevo Italia” e invita l’Aiart a ritirare la querela e la richiesta di sospensione del programma, “nel nome dell’articolo 21 della Costituzione e della libertà di espressione e di satira”. L’invito, per i telespettatori cattolici, è quello di concedersi un sorriso, ascoltando il consiglio di San Francesco di Sales: “Siate sempre gioiosi. Un cristiano triste è un triste cristiano”.
da Il Fatto Quotidiano del 10 gennaio 2013