Media & Regime

“Cybercoglionazzo” e “Minchie nere”, così twittano gli onorevoli

Qualcuno deve avergli detto, come al Papa, che stare su Twitter sia necessario. Con le  elezioni alle porte, poi, avranno insistito che “così si prende il voto giovane”. E, non escludo, che a qualcuno piaccia proprio.
Parlo della nostra classe politica. 
Che i deputati e senatori di questa triste legislatura fossero slegati dalla vita reale, è cosa nota. Ma, non sapevano i suddetti signori, che i “cinguettii” creano un rapporto paritetico. Nessun vetro fumé, mentre sei a bordo di un auto blu, a schermarti dallo scherno. 

Uno dei primi a farne le spese è stato Maurizio Gasparri. Memorabile il suo scambio con un utente che lo criticava.
“Dura esser una nullità, resisti, fattene una ragione”, scriveva l’ex ministro. Per poi aggiungere – con la maturità di un bambino in età prescolare –  “seguito da 48 (followers, ndr), imbarazzante”. 
Se c’è una cosa imbarazzante è la gara a chi ce l’ha più lungo, caro Gasparri. 

Sempre Gasparri, sempre su Twitter, intromettendosi in una discussione tra Quagliariello e Alfano
Gaetano Quaglieriello: “Se passa #operazionesfascio #Santanchè, io mi chiamo fuori”.
Maurizio Gasparri: “Angelino sai bene che la penso come te, + politica – plastica”. 
Elegante, oltre che maturo. 

Andrea Di Pietro, consigliere comunale Pdl di Vigevano, twittava qualche tempo fa  “Vendola è viscido tanto quanto la vaselina che usa”, offendendo, tra l’altro, anche la lingua italiana.

 

 

 

Poi ci sono coloro che dimostrano il loro rispetto della Repubblica Italiana in ogni occasione. Basta leggere questo dialogo tra Francesco Storace e il sig. Pietro Micaroni
Francesco Storace: “Finita la conferenza stampa del premier (Monti a fine anno, ndr). Ha dimenticato di inneggiare alla repubblica federale di Germania. Lo annoterà nell’agenda #Monti”.
Pietro Micaroni: “#salò era meglio?”.
Francesco Storace: “molto”.
La Repubblica Italiana fa schifo. I suoi emolumenti no, evidentemente. 

Ma durante le vacanze di Natale, sono stato rapito dai tweet di Giuseppe Vatinno dell’Idv. Non so se l’onorevole sia a conoscenza che Twitter non funziona come gli sms. Cioè: quello che scrivi lo leggono tutti. Comunque. Eccovi qualche stralcio di sue conversazioni con altri utenti: 
Giuseppe Vatinno: “Incontrato ieri il Ministro della Difesa Di Paola; gli ho detto della interrogazione sugli alieni. Ha detto che (sic) farà di tutto per farci sapere”.
Carlo Tromby: “e t’ha risposto pure? …annamo bene. Ahahahahaha masantiddio 10000 euro al mese buttati al mare…”.
Giuseppe Vatinno: “Si sbaglia! Sono 14.000 ah ah ah…”.
Carlo Tromby: “vantiamocene pure”.
Giuseppe Vatinno: “E’ la legge caro”.
Carlo TRomby: “andrebbe cambiata…non mi scandalizza quanto costate se faceste il vostro dovere…ma siete solo un peso per la comunità”.
Giuseppe Vatinno: “Rosichi pure CYBERCOLGIONAZZO ” (in maiuscolo). 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si aggiunge alla discussione l’utente “scemo chi legge”
scemo chi legge: “che vergogna, onorevoli di ‘sto cazzo. Siete bravi solo a ciucciare i soldi. E minchie nere”.
Giuseppe Vatinno: “Per quanto riguarda le Minchie Nere penso sua moglie sia il massimo”. 
A Dario Butta: 
Dario Butta: “continuate a spendere il tempo e i soldi in questo stato alla cazzo di cane!”.
Giuseppe Vatinno: “che ci frega. Intanto paga lei!…”. 
A Eugenio Demartini, che ironizza sugli alieni: 
Eugenio Demartini: “magari può chiedere una mano ad ET!”.
Giuseppe Vatinno: “più che altro la mano la chiederemo a sua sorella…;)”. 
E poi una pletora di “imbecillotto” e il già citato “cybercoglionazzo”. 

Inutile, ormai, chiudere l’account. Inutile spiegare ai nostri politici che in altri paese – Stati Uniti, per esempio- Twitter si usa proprio per il confronto (anche aspro) con i cittadini. Inutile spiegargli che mentre loro scoprono Twitter, i politici di qualsiasi altro stato europeo misurano la loro influenza tramite Klout
Vale sempre il solito discorso. Assicurati di conoscere il mezzo. Non usare un mezzo “giovane” per “fare il giovane”. 
Altrimenti rischi di fare solo la figura del “coglionazzo”. E basta.