Molti politici si illudono che tutti i cittadini votino per loro. Affermano orgogliosamente: “Alcuni milioni di persone mi hanno scelto”. Qualche leader più avveduto si rende conto che, sempre più spesso, una grande parte degli elettori, in realtà, vota per qualche partito non per senso di appartenenza ma per contrastarne un altro. Storicamente, per generazioni, si è votato contro i fascisti, i democristiani o i comunisti. Negli ultimi decenni l’anti-Berlusconismo e l’anti-sinistra-giustizialista-e-comunista hanno avuto momenti di fulgore. In quest’ultimo anno sta andando forte l’anti-casta e l’anti-politica.
Non è chiaro quanti siano coloro che invece di votare-per in realtà votino-contro. Se fossi un sondaggista invece che chiedere: “Per chi intende votare?” proverei a saggiare questa domanda: “Chi vorrebbe contrastare? Distruggere? Disintegrare?”. Credo che avrei risposte più sincere e capirei meglio i flussi elettorali.
Nelle scorse elezioni era relativamente facile votare-contro in quanto per tre tornate si presentavano due grandi coalizioni di partiti. Se volevi avversare l’una era logico votare l’altra e viceversa.
Nella futura consultazione si stanno ponendo problemi complessi per chi vota-contro. Propongo alcuni esempi:
Sono visceralmente anti-sinistra bersaniana. Mi conviene più votare per Berlusconi o per Monti? Berlusconi certo contrasta la sinistra ma non ha possibilità di vincere o influire più di tanto in un futuro governo. Se Monti sarà forte avrà molta voce contrattuale per contrastare e affossare le eventuali riforme che la sinistra vorrebbe mettere in atto (ad esempio unioni di fatto) nel caso probabile in cui sia necessaria una coalizione.
Sono un crogiuolo di anti-berlusconismo. Devo votare per Vendola che ha serie possibilità di vincere le elezioni per poter promulgare la legge contro il conflitto di interessi o è meglio che esprima un voto ancora più radicalmente avverso scegliendo Ingroia che però non ha la possibilità di vincere? Corro anche il rischio, votando quest’ultimo, di favorire Berlusconi che punta alla non vittoria completa di Vendola per poter condizionare il futuro governo.
La situazione diviene insolubile nel caso, tutt’altro che infrequente, in cui vorrei votare contro più partiti o esponenti politici tanto da non sapere chi avversi maggiormente. Alcuni esempi:
Mi disgustano Berlusconi, Monti e Bersani. Provoco loro più danno scegliendo Grillo, Ingroia o Giannino, che però non hanno possibilità di vincere? O è più devastante un voto, cavallo di troia, a Berlusconi per pormi contro Bersani e Monti o devo scegliere Bersani per affossare definitivamente Berlusconi? Insomma mi chiedo se avverso più l’uno o l’altro.
Non sopporto tutta la casta, tutta la politica. Mi si nota di più se mi astengo? Se voto scheda bianca? Se annullo il voto scrivendoci sopra degli improperi? Se scelgo partiti che sicuramente non vinceranno ma che potrebbero rompere le scatole? Corro il rischio, se costoro entreranno in parlamento, di avere contribuito alla costituzione di una nuova razza di politici? Proprio io che sono contro la politica.
Vorrei chiedere ai lettori:
Per voi prevale il votare-per o il votare-contro? In che percentuali questi atteggiamenti sono presenti fra i vostri conoscenti?
Aderire a un progetto politico è difficile perché, inevitabilmente, si devono accettare compromessi e condizionamenti che spesso provocano frustrazioni?
Capire che si è contro qualcuno è psicologicamente più facile perché in questo modo non si hanno delusioni? Se voto-per posso essere turlupinato da colui che ha ricevuto la mia fiducia, che potrebbe non fare quello che aveva promesso, mentre non avrò mai delusioni dal voto-contro.
Insomma, come al solito, mentre è difficile e complesso capire l’amore è intuitivo sentire l’odio?