Non solo dibattiti e discussioni in rete. Dopo le parole di Beppe Grillo ai rappresentanti dell’associazione di estrema destra Casapound, tra gli eletti del Movimento 5 stelle c’è anche la prima defezione. A Carpi, in provincia di Modena, Lorenzo Paluan, consigliere comunale sostenuto dalla Lista civica 5 stelle e da Rifondazione comunista, ha deciso di abbandonare il simbolo di Grillo. Lo scrive in un lungo comunicato d’addio: “Possiamo dirci non antifascisti, quindi, per quanto mi riguarda, la mia esperienza con il Movimento 5 Stelle, si interrompe qui, perché quello che per me era chiaro ed evidente nella pratica quotidiana di questo movimento, non può compensare certe uscite ed esternazioni di quello che (purtroppo anche qui venendo meno rispetto alle premesse di due anni fa), si definisce il suo capo politico”.

Già in passato, Paluan, eletto nel 2009 al Comune di Carpi come indipendente sostenuto dalle liste di Grillo e di Rifondazione comunista, non aveva nascosto la delusione per i diktat e per la strategia delle espulsioni. Quella di Valentino Tavolazzi in primis. Ma è la conversazioni tra Grillo e il vicepresidente di Casapound, Simone Di Stefano, ad averlo spinto ad allontanarsi definitivamente dai 5 stelle. “Un movimento che nasce per chiedere più democrazia, non può essere non antifascista” scrive ancora.

Secondo il consigliere la posizione di Grillo è distante dall’attività politica, portata avanti dai rappresentanti locali. E non basta una semplice presa di distanza: “È una questione di logica e di senso delle parole, peraltro supportata, per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, dai temi e dalle campagne portate avanti fino a oggi, negli atti istituzionali delle persone che sono state elette in consigli regionali e comunali – va avanti – Dispiace vedere il lavoro di anni, di una moltitudine di persone, sprecato con questa leggerezza. Dispiace constatare che l’unica possibilità praticabile di avere un grande movimento ecologista e democratico in Italia, motore di uno dei principali risultati in difesa dei Beni Comuni, come i referendum del 2010, getti all’aria questa incredibile opportunità”

Troppo indulgente, secondo il consigliere, Beppe Grillo verso chi ama definirsi “fascisti del terzo millennio”. Rivendicando la militanza nell’Anpi, l’associazione nazionale partigiani, Paluan non risparmia parola durissime per la formazione di destra capitanata da Gianluca Iannone. “Su questo tema non ci possono essere margini di dubbio”.  Quindi, conclude, il divorzio è inevitabile. “Dopo aver ascoltato le parole dette in libertà da Grillo, proprio nel momento che ci apprestiamo a partecipare ad un’elezione non può per me essere valutata come uno dei tanti errori e mancanze nella gestione interna del movimento che ho segnalato da quando vi ho aderito fino a oggi”. Resta da capire se ora il consigliere deciderà di dimettersi, lasciando il seggio in Comune, o se preferirà proseguire solo con il simbolo di Rifondazione.

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