Non sbaglia la bussola del Cavaliere, si dirige a destra e sorride, con quel suo sorriso marpione e gommoso, a Luisella Costamagna. Un angolo di un occhio sempre più sottile mette a fuoco la sagoma di Travaglio, con un gioco di parole, a tema, si può dire che Berlusconi si arresta. Ancora i fotografi, ancora affamati, vogliono la passerella del Caimano invecchiato e del giornalista acerrimo nemico, duellanti da un tempo che si sta ingrossando: nemmeno per idea. Il saluto è rapido, niente di patinato, e B. smonta il ghigno docile, ma si riprende non appena Travaglio s’allontana.
Berlusconi ha l’aria rintronata di uno studente di chimica in una centrale nucleare: il posto lo affascina e lo inquieta. Il posto non è suo, ma lo vuole. E come in apnea, superato l’impatto con la centrale nucleare, cerca di respirare: e corre dai suoi sostenitori in tribuna, che, festanti, ammirano e celebrano il coraggio di un Capo stanco che ritorna sul luogo del delitto.
A casa di chi voleva censurare, e l’ha fatto. A casa di chi voleva eliminare dagli schermi, e non ci è riuscito. Berlusconi ha studiato Santoro, ha ripassato i monologhi di Travaglio e ha simulato la sfida, la corrida per citare “Granada” sparata forte in apertura, sino a un’ora fa.
Qui, a Cinecittà , l’orologio implode alle 20 e 45. Quando Berlusconi, anticipato da un codazzo di berline tedesche, poggia il piede destro fuori dall’abitacolo. Santoro e Travaglio sono in camerino. Non sono previsti contatti privati. Il Cavaliere ha un appuntamento irrinunciabile: il trucco. E Santoro ne approfitta per parlare ai ragazzi già seduti in studio: “Niente applausi durante la diretta. Siamo in par condicio”. Ma qualsiasi battuta, qualsiasi tensione si scioglie perché tutti aspettano l’attimo: il faccia a faccia tra Santoro e Berlusconi. L’attimo che riappare in questo viaggio tra epoche ed epopee: “Non è una fossa dei leoni questa”, dicono. Ma è l’ultima o la prima immagine di un volume riempito con tante telecamere, e queste accese stasera sono da museo. Da collezionisti.
Berlusconi ha lasciato la fidanzata napoletana, Francesca Pascale, a presidiare palazzo Grazioli, e si accompagna con Maria Rosaria Rossi, la badante. Guardingo ecco il fidatissimo Paolo Bonaiuti.
Santoro, di solito, compare a un minuto dal via. Stavolta è in piedi a un lato di questo studio ampio e aitante. Non voleva perdersi l’attimo.
Il Fatto Quotidiano, 11 Gennaio 2013