Gentile Signora Lario,
innanzitutto vorrei congratularmi con lei per l’accordo trovato recentemente sulla sua separazione da Silvio Berlusconi. Immagino che, come ogni separazione, si sia trattato di un evento doloroso e le auguro che poter voltare pagina sia benefico.
Le confesso che, leggendo i giornali, ho anche rivisitato la mia visione del mondo, piuttosto in profondità. Io pensavo di avere avuto un po’ di meriti e molta fortuna e di appartenere a una fascia di cittadini con molte possibilità, insomma privilegiata. I commenti dei lettori ad alcuni articoli di questo blog mi hanno poi confermato (se ce ne fosse bisogno) che nell’immaginario collettivo io sono un super-privilegiato e che il mio status (nonostante sia in gran parte proprio immaginario) desta invidia e persino odio.
Grazie a lei riscopro che tutto è relativo.
Leggo che lei incasserà dal suo ex-marito tre milioni di euro al mese (immagino che non si possa parlare di “alimenti” in questo caso). Io, privilegiato tra i privilegiati, tre milioni di euro non so cosa siano e con tutta probabilità (non escludiamo una vincita al lotto) non lo saprò mai. Allora mi permetto di rivolgerle un invito.
Mi creda, non sono un vetero-comunista che odia i ricchi. Io stesso pago una rendita mensile (con diversi zeri in meno della sua) al mio padrone di casa, un finto disoccupato che vive di rendita visto che in Belgio i redditi da affitto non sono tassati. Mi irritano i finti disoccupati come lui che, di fronte alla scelta tra alzarsi ogni mattina e andare a lavorare oppure starsene a letto e guadagnare un po’ meno, non hanno dubbi e scelgono il sussidio. Mi rode che, quando la sua compagna ha perso il lavoro, siano partiti per una lunga vacanza oltre Atlantico (a spese nostre e dei contribuenti belgi), mentre io e mia moglie continuavamo ad alzarci tutte le mattine per andare a lavorare e lottavamo per avere qualche giorno di ferie al di fuori delle feste comandate. Capisco quindi che il semplice fatto di avere possibilità economiche non implichi l’obbligo di sperperarle.
Non credo però che le intesserà bere un cappuccino al secondo, né comprarsi uno scooter all’ora o un appartamento al giorno. Magari il primo mese si potrà comprare uno yacht, il primo anno un jet privato, ma poi? Quanti yacht, jet, ville sono non dico necessari, ma utili a fare una vita da nababbi? Ho l’impressione – magari mi sbaglio, me ne scusi ma ho poca familiarità con certe fortune – che presto avrà un problema: cosa fare dei soldi.
Ed ecco il modesto consiglio: con una mensilità ogni sei, per esempio, lei può fare la differenza per un buon numero di cittadini, di esseri umani. Scelga lei: ospedali, ricerca sul cancro, associazioni di assistenza ai disabili, ai più bisognosi, c’è l’imbarazzo della scelta. Io stesso, nel mio piccolo, sostengo progetti di varie dimensioni e fini in varie parti del mondo.
In ogni caso si faccia consigliare, è un investimento importante ed è importante che non venga disperso, ma che crei dei cambiamenti duraturi. Sia esigente, pretenda risultati concreti e – quando li ha ottenuti – li pubblicizzi. Perché no, ci metta la faccia e il nome e si faccia un po’ di pubblicità, ne avrà tutto il diritto.
Magari potrà dimostrare, glielo auguro, che ricchezza può voler dire solidarietà, non solo lusso e fuga nei paradisi fiscali.
Per finire mi scuso di aver scelto lei, tralasciando vip di pari fortune come Ronaldo, Beckam o Tiger Woods (e ovviamente il suo ex marito). Ma loro sono uomini e lei, chissà perché, mi pare avere una sensibilità diversa.
Cordialmente,
Giancarlo Granero
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