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Cina: come (non) ti censuro un tweet

L’abbiamo seguita anche sulla pagine del Fatto Quotidiano la coraggiosa alzata di testa dei giornalisti del quotidiano Nanfang Zhoumo che si sono ribellati alle direttive del Dipartimento della Propaganda. E abbiamo già detto che senza l’appoggio di milioni di internauti che hanno diffuso le informazioni e tenuto vivo e acceso il dibattito in Cina non si sarebbe tornato a parlare di libertà di espressione.

Ora, che il momento più alto di tensione è rientrato e che la situazione tende a normalizzarsi, in rete sono due i bersagli delle polemiche: il Dipartimento di Propaganda, ovviamente, e poi l’azienda Sina Weibo, ovvero il twitter cinese con i suoi circa 400 milioni di utenti, che continua a cancellare i commenti al controverso editoriale che ha dato inizio all’intera vicenda [se vorrete leggerlo domani China Files ne pubblicherà la traduzione integrale].

Ma oggi è succeso qualcosa che non ha precedenti. Uno dei gestori di Sina Weibo è uscito allo scoperto con una lettera aperta in cui ha giustificato pubblicamente l’operato dell’azienda, esplicitando il suo importantissimo ruolo di cesura tra piazza pubblica e governo e all’implicito ricatto che la costringe ad obbedire alle direttive: pena la repressione (virtuale) della piazza (virtuale) [l’intera lettera è stata tradotta da Global Voices].

E’ un documento importante perché mette in luce anche come i siti di informazione e condivisione lottino per la loro sopravvivenza e di conseguenza per l’espressione di tutti i propri utenti. Anche in Cina.

Il modo in cui riceviamo ordini a Sina Weibo – prova a spiegare l’insider – assomiglia un po’ a quando il prete cattolico di Nuovo Cinema Paradiso suona la campanella e fa tagliare le scene dei baci. La campana suona e noi dobbiamo eseguire gli ordini“. Però prega tutti di riflettere su alcuni punti prima di condannare l’operato del sito.

1.L’unica altra alternativa al cancellare i post,  è cancellare gli account.

2.  “Se invece di cancellare i commenti uno ad uno ci limitassimo a sospendere gli account degli utenti, risparmieremmo tempo e fatica. Allora sì che saremmo davvero dei tirapiedi, dei segugi al servizio del padrone. Ma riuscite a leggere i commenti prima che vangano cancellati, giusto?

3.Prima dell’incidente e durante le sue fasi iniziali ci avevano già messo una gran pressione addosso. Abbiamo resistito, cercando di lasciare che i messaggi si diffondessero. […] Poi è arrivato l’ordine del ‘compagno Xuan’ [pseudonimo per il dipartimento della Propaganda] e abbiamo dovuto cancellare il post. Fortunatamente il messaggio aveva già iniziato a circolare“.

4. In questa guerra Sina [Weibo] sta facendo la parte dello scudo umano, un vero atto di coraggio.

Secondo il Financial Timesquesta è la prima volta dal 1989 che i cittadini hanno potuto manifestare in strada inneggiando alla libertà“. Una grande sfida per la Cina e per il futuro presidente Xi Jinping: sarà capace di lasciare che i cento fiori sboccino?