Secondo l’onorevole Francesco Nitto Palma, magistrato in aspettativa, commissario del Pdl in Campania ed ex ministro della Giustizia negli ultimi mesi del governo Berlusconi, nelle carte giudiziarie su Nicola Cosentino non c’è nulla di talmente grave da sconsigliarne la ricandidatura. Anzi, la proporrà a Berlusconi. “Le ho lette, quelle carte” assicura Nitto Palma “e ritengo non ci sia un accettabile impianto accusatorio”.

E’ un’opinione, non solo legittima, ma anche proveniente da fonte titolata e qualificata. Nitto Palma non è un passante che parla per sentito dire di cose che non sa e argomenti che non conosce. E’ stato sostituto procuratore, prima a Roma e poi nella Direzione Nazionale Antimafia. Ovviamente il suo è quel che è: un libero convincimento. Autorevole, ma personalissimo. Da filtrare ricordando che Nitto Palma e Cosentino fanno parte dello stesso partito.

Bene. Provate ora a immaginare un magistrato di una Procura o di un Tribunale che si permettesse di giudicare la composizione delle liste elettorali di questo o quel partito. Magari dichiarando pubblicamente: “Ho visto i nomi dei candidati e ho letto le carte delle inchieste in cui sono coinvolti, ritengo che nella lista elettorale non ci sia un accettabile livello di moralità pubblica”.

Si scatenerebbe l’inferno. Il magistrato in questione sarebbe rimproverato di indebite ingerenze nella politica, censurato, sanzionato, ridotto al silenzio. Verrebbe accusato di aver compiuto una grave scorrettezza.

Mi chiedo però se non sia scorretto anche il politico che azzarda anticipazioni di giudizio su inchieste e processi in corso, col rischio di condizionare la serenità del lavoro dei magistrati. Rischio che una toga come Nitto Palma dovrebbe evitare, per rispetto dei suoi colleghi.

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