Una lunga serie di stoccate, fuori dal bon ton del tecnico e anzi in pieno stile elettorale. Mario Monti, ospite di Bruno Vespa, attacca su tutti i fronti Silvio Berlusconi. Sul piano della politica – “un pifferaio magico” – su quello della consapevolezza – “anche un bambino capisce che per le cure ci vuole tempo” – e su quello della statura internazionale: “Non credibile né creduto, con lui hanno prevalso solo le clientele”. Più morbidi invece i toni verso il Pd, che secondo il Professore, come emerge dai sondaggi è “verosimile” che vinca le politiche. Considerazioni dure anche sul Porcellum, “una delle eredità peggiori della legislatura che sta per chiudersi” che “merita il nome con il quale è stata battezzata”. [brightcove]2094357849001[/brightcove]
Monti prosegue la campagna elettorale dagli studi di Porta a Porta con una serie di attacchi a gamba tesa al leader Pdl che qualche giorno fa, ospite nel salotto di Bruno Vespa, aveva assicurato di non volere lavorare col Professore nel prossimo esecutivo. Il presidente del Consiglio attacca il Cavaliere che, oltre a doversi “godere di più la vita”, “non sarebbe in grado di tenere sotto controllo lo spread perché non é credibile nè creduto sul piano internazionale”. Di più, “ammiccando all’evasore fiscale ogni sua proposta di riordino sarebbe rimandata alle calende greche”. E che ”adesso gli italiani possano ancora credere alla serietà” di Berlusconi, prosegue, “mi ricorda la fiaba del pifferaio magico con i topini che vanno ad annegare in quel fiume”. Le ragioni della sfiducia sono chiare secondo il premier. Il Cavaliere “illusionista”, infatti, “illuse anche me ai tempi della cosiddetta rivoluzione liberale”, ma ora “non si può continuare” a crederci. Nonostante questo, però, puntualizza di avere utilizzato nei suoi confronti parole “sembrano misurate e garbate rispetto a quelle che hanno viaggiato nella direzione opposta”.
“Solo il 51% delle affermazioni di Berlusconi sono vere” – “La credibilità dipende da chi dice le cose”, sottolinea Monti che ‘sponsorizza’ dal salotto tv di Bruno Vespa “il sito pagellapolitica.it“. Un portale che “inchioda ognuno di noi alle nostre affermazioni misurando se quello che dice è vero: io ho un 89 per cento, Bersani il 73, Berlusconi il 51, Grillo il 44″. E ammette che non si sentirebbe “sicuro” col blogger genovese “seduto in Consiglio Europeo“. Da Monti arrivano quindi parole dure contro il leader del Pdl “che ha fatto un discorso illusionistico riguardo al ridurre le tasse, perché è Berlusconi il principale responsabile dell’altro livello dei tributi oggi in Italia. Se ha governato 8 di 11 anni è puerile che le scarichi su chi governa oggi”. Ai partiti che oggi lo criticano, Monti rimprovera che “mi hanno dato un bel piedistallo di impopolarità”.
Sui conti pubblici a Bersani: “Niente polvere sotto il tappeto” – Guardando alle prossime politiche, osserva: “Il sottoscritto si trova in una situazione curiosa perché non ha mai fatto parte di un partito, ma è l’italiano che ha governato di più – 10 anni in Europa e un anno in Italia – nella situazione più difficile”. Poi commenta anche la situazione del centrosinistra: “Bersani – dice – è convinto di essere il prossimo presidente del Consiglio. Una convinzione legittima e non inverosimile, secondo i sondaggi”. Monti rileva peraltro che “ognuno è qui per presentare una proposta diversa agli italiani e quella di Lista civica è diversa da quella degli altri”. Quanto al ‘faro’ evocato da Pier Luigi Bersani sui conti pubblici e sul loro stato reale dopo le elezioni, in caso di vittoria del Pd, il presidente del Consiglio precisa: “Rassicuro Bersani: non c’è polvere sotto il tappeto”.
Riduzione tasse, no alla patrimoniale, pensioni – Monti torna a mettere nel mirino i conservatorismi a destra e a sinistra e ricorda che “la pressione fiscale deve diminuire ed è stata aumentata troppo dai governi” precedenti. Spiega di non pensare a una patrimoniale anche se “occorre che si riduca la spesa pubblica e per farlo ci siamo impegnati in penosi esercizi di spending review”. Un processo reso difficile dai partiti che fanno ostruzionismo e anche per questo “bisogna cambiare la composizione del Parlamento”. Il Professore ricorda ancora una volta che “volevo andare avanti sulla riforma del lavoro ma da sinistra si è impedito e da destra lo si è fatto quando si parlava di liberalizzazioni”.
Inoltre, dice, “voglio che l’Imu venga ridotta, ma senza fare giravolte come quelle che ho visto nel 2008″. Giravolte “che ho visto fare qui, in questo studio, da chi ha promesso di eliminare e poi è stato costretto a reintrodurre” l’imposta sugli immobili. Possibile anche la riduzione di un punto percentuale dell’Irpef per cui ci vorrà “molto poco tempo se non ci saranno ostacoli da parte dei partiti come è avvenuto, ad esempio, sulla riduzione delle Province”. Stesso taglio che potrebbe subire anche “il punto in più di Iva” anche se “dipende da quanto si riesce a ridurre della spesa pubblica e c’è moltissimo ancora da fare”. Quanto a cambiare la riforma delle pensioni studiata da Elsa Fornero spiega di non avere preclusioni “ma – dice – non vorrei alterare quegli equilibri di lungo periodo a cui porta” il provvedimento.
Sul redditometro invece, spiega che “è un’altra misura doverosa presa da chi ci ha preceduto e che hanno punteggiato come bombe a orologeria il cammino di questo governo”. Rileva che “fosse per me non l’avrei messo” e che l’ipotesi di toglierlo è “da valutare seriamente”.
Il taglio dei parlamentari – ”La riduzione dei parlamentari ilgoverno non poteva farla perché ci voleva una riforma costituzionale. Questa sarà la cosa che io proporrei nel primo consiglio dei ministri”.
Alleanze dopo il voto – Pur chiarendo di non schierarsi a favore di nessuno, Monti aggiunge: “Vedremo che cosa avrà da dire Bersani o altri, Bersani è il più verosimile in base ai sondaggi. Dipenderà, noi non siamo e non saremo mai la stampella di nessuno. Vogliamo essere il pungolo di tutti”. A definirli “stampella” era stato Berlusconi. Una dichiarazione pronunciata, dice il premier, con “disinvolta ineleganza”. Ricordando l’importanza di rimanere nell’euro, puntualizza che “non dobbiamo prendere l’Europa come qualcosa di immutabile ma è meglio non farci sbattere fuori dai Consigli europei per dubbia credibilità. Non che sia capitato – dice il Professore a Vespa – ma alcuni capi del governo italiani, il mio predecessore in particolare, diciamo non che non hanno amalgamato, anche se lui, certo in buona fede, ritiene di essere stato il faro dei Consigli europei. Per la verità basta del resto sentire i suoi colleghi che oggi sono i miei colleghi”. ‘Carezze’ anche per la Lega: “Ieri ho sentito un illustre quasi sconosciuto parlamentare della Lega che dice che non mi faccio valere in Europa. Andrò a lezione da loro, se ci saranno ancora…”. Ha parole anche per Vendola, che in passato, come Fassina, ha definito ala estrema, che sulle tasse, a suo giudizio ”è incoerente logicamente. E’ come dire che uno che in una fase storica ha aumentato le tasse in un’altra fase non possa ridurle” ma è strano perché “stimo molto Vendola che mi ricorda per alcuni aspetti Bertinotti“.
Ipotesi Quirinale – Il Quirinale? Una posizione istituzionale “bella e importante ma non tanto rilevante per il destino dell’Italia”. Monti spiega così di avere scartato in partenza l’ipotesi di giocare sulla scacchiera della politica puntando al Colle. Non una diminutio dell’attuale inquilino “perché Napolitano – aggiunge subito dopo il Professore, spiegando l’unicità del suo apporto alle vicende del Paese – sarà ricordato perché in condizioni difficili è riuscito a dare una guida al paese”. Parole agrodolci anche qui per Berlusconi che “potrebbe e dovrebbe godersi di più la vita” e dunque niente da fare quanto a prenderne il posto a Palazzo Chigi. “Mi dicono – ribadisce anche oggi Monti – che stando fermo avrei potuto rischiare di diventare Presidente della Repubblica o, accettando la proposta di Berlusconi e facendo felice il Ppe, diventare il presidente del Consiglio o socio forte di una grande coalizione”. Di qui la spiegazione del no, a cominciare da quello, potenziale, verso il Colle e “non perché sono stupido”.
La crisi e l’Italia – Mario Monti ricorda anche la difficile situazione finanziaria in cui versava l’Italia al momento dell’insediamento del suo governo. Allora, ricorda, “non ero sicuro che l’Italia sarebbe stata salva dal punto di vista finanziario a un anno di distanza. Il fatto che sia successo dipende dal senso di responsabilità dimostrato dagli italiani”. Quel che è certo è che “oggi la situazione sarebbe stata ancora più grave se l’Italia fosse saltata come la Grecia“. Qui Monti aggiunge l’annuncio di un cambio di passo: “Non si può continuare così. Il disagio dei giovani, delle donne, del Sud è troppo grande”, e dunque occorre “un rinnovamento” anche in campo politico. ”Non è vero che l’Italia è un Paese debitore, noi abbiamo aiutato gli altri e ci siamo salvati con le nostre mani”. E anche se “è vero che la Bce ha lavorato per dare più respiro ai mercati”, questo risultato “è stato possibile anche grazie all’Italia”.
Giustizia – ”Non sono favorevole alla separazione delle carriere per i magistrati se il retroterra è qualcosa di punitivo”, dice Monti. E precisa: “Non è un tema che conosco abbastanza, se fosse stato attuale nel governo da me presieduto avrei avuto grandissima fiducia nel ministro Severino per affrontarlo. Non presumo infatti di essere egualmente competente su tutti i temi: credo che il prossimo governo debba porsi questo tema. Il mio governo ha fatto passi avanti in questa materia, in modo meno controverso rispetto al passato, quando l’argomento era oggetto di forti polemiche”.