No alla desistenza, ma occhio alla matematica. Quello di Pier Luigi Bersani è un messaggio sibillino che ha un destinatario ben preciso: Antonio Ingroia. Dopo le polemiche di ieri circa la richiesta del Pd all’ex pm di non presentare le liste, il segretario democratico ha detto la sua sulla questione. Offrendo un’interpretazione a più largo raggio. ”Non facciamo nessun patto, ma voglio dire una cosa che va nelle diverse direzioni – ha detto Bersani – Oltre alla politica, c’è la matematica della legge elettorale. Chi non sostiene il Pd, in particolare al Senato e in alcune regioni, fa un regalo a Berlusconi”. Proprio per questo motivo, Bersani ha aggiunto anche un’altra considerazione: “Tradotto in politica – è il parere del segretario – vuol dire che il Pd e i progressisti reggono la sfida alla destra di Berlusconi e della Lega. Questo è l’oggetto della campagna elettorale e bisogna che tutti facciano una riflessione”. Poi l’appello, che in questo caso sembra indirizzato non solo all’ex procuratore aggiunto della Procura di Palermo, ma anche a Mario Monti. “Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità, non davanti a Bersani, ma davanti al Paese. Non facciamo alcun accordo con posizioni politiche che non possono dar luogo a patti”.

Infine l’accenno diretto al Professore: “Quel che ho detto sul patto di desistenza vale anche per Monti” ha detto Bersani, commentando l’apertura nei suoi confronti dimostrato da Monti. L’ex rettore della Bocconi sottovaluta il centrodestra? Anche su questo Bersani ha le idee chiare. “Non mi permetto ma soprattutto in alcune situazioni non bisogna sottovalutarlo perché in diverse realtà è presente, usa leve demagogiche e ha potenti mezzi. Siamo in linea di combattimento positiva, ma tuttavia la battaglia è difficile e complicata”.

Messaggio chiaro. E risposta altrettanto chiara. ”Parliamone” ha detto Ingroia, che, intervenendo a Un giorno da Pecora su Radio2, ha replicato così ad una domanda sulla proposta di una desistenza da parte di Rivoluzione civile nelle regioni chiave per il Senato. Contestualmente, però, Ingroia ha lamentato il fatto che nonostante lui abbia cercato varie volte Pier Luigi Bersani per un confronto e che il segretario del Pd non abbia mai risposto. “Si potrebbe anche rovesciare il ragionamento – ha specificato Ingroia – chi non si accorda con chi potrebbe accordarsi col Pd al Senato aiuta Berlusconi. E comunque – ha spiegato l’ex pm – a me non è venuto a chiedere niente nessuno. Nessuno mi cerca”.

E se la cercano, è stato chiesto, come risponde? “Parliamone”, ha detto, per poi spiegare che l’eventuale accordo deve essere “vantaggioso” in termini di eletti in Senato, e però “bisogna parlare anche di contenuti. Non siamo al mercato… C’è una questione programmatica. Noi abbiamo un programma e candidati che rievocano la storia della sinistra italiana”, mentre nel Pd c’è anche “qualcuno imbarazzante”. “Sul problema della presentabilità – ha aggiunto – anche là abbiamo qualcosina da dire”. I conduttori hanno insistito affinché Ingroia facesse un appello a Bersani: “No – ha replicato – appelli a Bersani ne ho fatti almeno due o tre, ora aspetto che sia Bersani a chiamare Ingroia. Il mio appello è ‘parliamone’. Vista l’insistenza giocosa dei conduttori, Ingroia ha fatto un appello a Bersani: “Caro Pierluigi, vuoi il voto utile? Il nostro è il voto utile. Parliamone. Perché a proposito di voto utile senza di noi il tuo voto diventa inutile”. E’ intervenuta in trasmissione anche Ilaria D’Amico che ha difeso l’idea di una desistenza: “Il punto – ha replicato – è che non deve essere Ilaria D’Amico, deve essere Bersani a dirmelo”. “Non solo si sciupano i voti nostri – ha convenuto Ingroia – ma anche quelli degli elettori del Pd”.

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