Il Congresso deve agire immediatamente. L’opinione pubblica deve spingere per una riforma. Sono i due concetti ripetuti più volte da Barack Obama durante la conferenza stampa con cui ha rivelato i dettagli della sua proposta per evitare il ripetersi di massacri come quello di Newtown, Connecticut. Il presidente – con al fianco Joe Biden, che ha guidato la Commissione incaricata di redigere la riforma – ha firmato davanti alla folla di giornalisti e invitati i 23 ordini esecutivi che dovrebbero dare un primo giro di vite sull’uso e l’acquisto delle armi.
Tra questi, controlli più rigorosi sugli acquirenti, soprattutto quelli con un passato di disturbi psichici, e programmi per monitorare la sicurezza negli istituti scolastici. Obama ha però anzitutto chiesto al Congresso di passare una nuova legge, “al più presto, a partire dalla prossima settimana”, che preveda un bando alle armi d’assalto e ai caricatori ad alta capacità. “Abbiamo davanti una sfida complicata. Proteggere i nostri bambini non dovrebbe dividerci”, ha detto Obama, alludendo esplicitamente a chi – lobby delle armi e parte del mondo politico di Washington – si oppone alla riforma.
Il presidente si è presentato davanti alle telecamere, e a milioni di americani, dopo giorni particolarmente difficili e attacchi senza precedenti. La National Rifle Association (NRA), la lobby delle armi, ha nelle ore precedenti il discorso lanciato una campagna di spot televisivi in cui definisce Obama “un elitista come tanti altri a Washington”, che chiede ipocritamente ad altri quello che non vale per lui. Il riferimento va alle due figlie del presidente, che godono a scuola di un servizio di difesa armato di cui gli altri bambini americani non godrebbero. L’attacco è, appunto, senza precedenti. Mai nel passato la polemica politica era arrivata a coinvolgere i familiari di un presidente, segno di quanto l’attuale battaglia sulle armi tocchi interessi economici e tratti profondi della cultura e della società USA.
“Se c’è una cosa che possiamo fare per ridurre questa violenza, se c’è una sola vita che può essere salvata, abbiamo l’obbligo di tentare”, ha detto nel discorso Obama, ricordando che non ci sono soltanto le grandi stragi e i massacri, ma uno stillicidio continuo e inaccettabile di americani ogni giorno vittime di violenza per armi da fuoco. “Ogni giorno che aspettiamo ad agire, aumenta il numero delle vittime. Dopo la strage di Newtown ci sono state già 900 vittime”.
Il presidente ha definito le misure da lui chieste”di semplice buon senso”, ricordando come lo stesso Ronald Reagan era a favore di misure che limitassero la vendita delle armi più potenti e sofisticate e che nessuno nella sua amministrazione, lui per primo, intende mettere in discussione il Secondo Emendamento e il diritto per gli americani di possedere un’arma. Oltre al bando alle armi d’assalto, scaduto nel 2004, e ai caricatori ad alta capacità, Obama ha chiesto che il Congresso voti al più presto per un sistema di controlli degli acquirenti che sia “definito e omogeneo” su tutto il territorio nazionale, oltre ad affrontare al più presto il tema del traffico illecito di pistole e fucili. Tra le richieste a deputati e senatori, c’è stata anche la conferma di Todd Jones a direttore del “Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives”.
Nel suo discorso, Obama è parso sottolineare soprattutto due aspetti. Da un lato il “debito” che ogni americano ha nei confronti dei più giovani, dei più deboli tra gli americani. Il discorso e poi la firma degli “executive orders” sono avvenuti dinanzi a un gruppo di bambini che gli avevano scritto dopo il massacro di Newtown, oltre che davanti a un gruppo di sopravvissuti a passati atti di violenze. L’insieme dovrebbe probabilmente, secondo la Casa Bianca, aumentare il senso di urgenza e di “necessità morale” di una legge sulle armi. Dall’altro Obama ha attaccato come forse mai nel passato la NRA e messo in guardia dalle sue future iniziative politiche: “Ci saranno polemisti e politici e interessi speciali e lobbisti che vi metteranno in guardia dal mio assalto tirannico alla libertà, non perché sia vero, ma perché vogliono diffondere paura e assicurarsi introiti più alti”.
La palla, a questo punto, passa al Congresso. Dove però la riforma chiesta da Obama ha scarse possibilità di passare. Gran parte dei repubblicani, anche quelli delle aree del nord-est più sensibili al problema, sembrano al momento piuttosto restii a impegnarsi. Molti tra gli stessi democratici, tra cui anche il capogruppo democratico al Senato, Harry Reid, molto vicino alla NRA, sembrano freddi di fronte alle raccomandazioni di Obama. Per il presidente, come già nella battaglia sul “fiscal cliff”, si tratta di una nuova battaglia tutta in salita.
Mondo
Armi, il piano di Obama: “Stop alla vendita di fucili d’assalto”
Il presidente presenta alla Casa Bianca le misure che intende adottare per evitare il ripetersi di stragi come quella di Newtown. "Non possiamo più aspettare", ha detto, annunciando l'emissione di 23 decreti presidenziali ad efficacia immediata
Il Congresso deve agire immediatamente. L’opinione pubblica deve spingere per una riforma. Sono i due concetti ripetuti più volte da Barack Obama durante la conferenza stampa con cui ha rivelato i dettagli della sua proposta per evitare il ripetersi di massacri come quello di Newtown, Connecticut. Il presidente – con al fianco Joe Biden, che ha guidato la Commissione incaricata di redigere la riforma – ha firmato davanti alla folla di giornalisti e invitati i 23 ordini esecutivi che dovrebbero dare un primo giro di vite sull’uso e l’acquisto delle armi.
Tra questi, controlli più rigorosi sugli acquirenti, soprattutto quelli con un passato di disturbi psichici, e programmi per monitorare la sicurezza negli istituti scolastici. Obama ha però anzitutto chiesto al Congresso di passare una nuova legge, “al più presto, a partire dalla prossima settimana”, che preveda un bando alle armi d’assalto e ai caricatori ad alta capacità. “Abbiamo davanti una sfida complicata. Proteggere i nostri bambini non dovrebbe dividerci”, ha detto Obama, alludendo esplicitamente a chi – lobby delle armi e parte del mondo politico di Washington – si oppone alla riforma.
Il presidente si è presentato davanti alle telecamere, e a milioni di americani, dopo giorni particolarmente difficili e attacchi senza precedenti. La National Rifle Association (NRA), la lobby delle armi, ha nelle ore precedenti il discorso lanciato una campagna di spot televisivi in cui definisce Obama “un elitista come tanti altri a Washington”, che chiede ipocritamente ad altri quello che non vale per lui. Il riferimento va alle due figlie del presidente, che godono a scuola di un servizio di difesa armato di cui gli altri bambini americani non godrebbero. L’attacco è, appunto, senza precedenti. Mai nel passato la polemica politica era arrivata a coinvolgere i familiari di un presidente, segno di quanto l’attuale battaglia sulle armi tocchi interessi economici e tratti profondi della cultura e della società USA.
“Se c’è una cosa che possiamo fare per ridurre questa violenza, se c’è una sola vita che può essere salvata, abbiamo l’obbligo di tentare”, ha detto nel discorso Obama, ricordando che non ci sono soltanto le grandi stragi e i massacri, ma uno stillicidio continuo e inaccettabile di americani ogni giorno vittime di violenza per armi da fuoco. “Ogni giorno che aspettiamo ad agire, aumenta il numero delle vittime. Dopo la strage di Newtown ci sono state già 900 vittime”.
Il presidente ha definito le misure da lui chieste”di semplice buon senso”, ricordando come lo stesso Ronald Reagan era a favore di misure che limitassero la vendita delle armi più potenti e sofisticate e che nessuno nella sua amministrazione, lui per primo, intende mettere in discussione il Secondo Emendamento e il diritto per gli americani di possedere un’arma. Oltre al bando alle armi d’assalto, scaduto nel 2004, e ai caricatori ad alta capacità, Obama ha chiesto che il Congresso voti al più presto per un sistema di controlli degli acquirenti che sia “definito e omogeneo” su tutto il territorio nazionale, oltre ad affrontare al più presto il tema del traffico illecito di pistole e fucili. Tra le richieste a deputati e senatori, c’è stata anche la conferma di Todd Jones a direttore del “Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives”.
Nel suo discorso, Obama è parso sottolineare soprattutto due aspetti. Da un lato il “debito” che ogni americano ha nei confronti dei più giovani, dei più deboli tra gli americani. Il discorso e poi la firma degli “executive orders” sono avvenuti dinanzi a un gruppo di bambini che gli avevano scritto dopo il massacro di Newtown, oltre che davanti a un gruppo di sopravvissuti a passati atti di violenze. L’insieme dovrebbe probabilmente, secondo la Casa Bianca, aumentare il senso di urgenza e di “necessità morale” di una legge sulle armi. Dall’altro Obama ha attaccato come forse mai nel passato la NRA e messo in guardia dalle sue future iniziative politiche: “Ci saranno polemisti e politici e interessi speciali e lobbisti che vi metteranno in guardia dal mio assalto tirannico alla libertà, non perché sia vero, ma perché vogliono diffondere paura e assicurarsi introiti più alti”.
La palla, a questo punto, passa al Congresso. Dove però la riforma chiesta da Obama ha scarse possibilità di passare. Gran parte dei repubblicani, anche quelli delle aree del nord-est più sensibili al problema, sembrano al momento piuttosto restii a impegnarsi. Molti tra gli stessi democratici, tra cui anche il capogruppo democratico al Senato, Harry Reid, molto vicino alla NRA, sembrano freddi di fronte alle raccomandazioni di Obama. Per il presidente, come già nella battaglia sul “fiscal cliff”, si tratta di una nuova battaglia tutta in salita.
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Trump “aiuterà Kiev ad avere più difesa aerea dall’Ue” e ipotizza controllo Usa delle centrali ucraine. Zelensky: “Possibile pace quest’anno”
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La Lega in Aula: “Dov’è l’ugenza per il riarmo da 800 miliardi?”. Meloni attacca il Manifesto di Ventotene: è caos. Le opposizioni: “Vuole coprire le liti con Salvini”
Politica
“Più efficienza bellica in tempi di pace per inevitabili guerre”: così il Manifesto parla dell’Ue di oggi
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "È grave che Rai News abbia censurato l’ultima parte del discorso della segretaria Schlein. Dallo sfiduciato Petrecca, un ultimo colpo di coda a sostegno della propaganda di governo, forse come ringraziamento per il passaggio di sede." Così i componenti democratici del gruppo PD in Commissione di vigilanza Rai, che hanno deciso di riportare integralmente la parte del discorso "censurato".
Eccola: “La Presidente Meloni non solo non ha il coraggio di difendere i valori su cui l’Unione s’è fondata dagli attacchi di Trump e di Musk, ma ha deciso qui di nascondere le divisioni del governo oltraggiando la memoria europea. Noi non accettiamo i vostri tentativi di riscrivere la storia. Lei in quest’aula ha oltraggiato la memoria del manifesto di Ventotene, riconosciuto da tutti come la base su cui si è fondata l’Unione europea, perché scritto da giovani mandati al confino dai fascisti che non risposero all’odio e alla privazione di libertà con altro odio, ma con una visione di Europa federale che superasse i nazionalismi che nel nostro continente hanno prodotto soltanto guerre, anche oggi. Non si permetta mai più di oltraggiare la memoria di Altiero Spinelli, Ursula Hirschmann, Ernesto e Ada Rossi, Eugenio Colorni, se siamo qui a discutere in un Parlamento democratico è grazie a persone come loro. Lei dice che quell’Europa non è la sua. E allora le chiedo se la sua Italia è quella della Costituzione perché sono gli stessi antifascisti che l’hanno scritta. E stiamo ancora aspettando che si dichiari antifascista pure lei”.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - Via libera all'unanimità da parte dell'aula del Senato al progetto di legge sui viaggi nella memoria nei campi nazisti per le scuole. Approvato anche il ddl sui Nuovi giochi della Gioventù.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - Voto 'ordinato' nel Pd sulle risoluzioni delle altre opposizioni. Il gruppo si è attenuto all'indicazione di astensione sui testi degli altri gruppi di minoranza, di voto favorevole al punto del documento di Avs sul no all'espulsione dei palestinesi da Gaza e contrario, sempre nella risoluzione di Alleanza Verdi e Sinistra, sullo stop dell'invio di forniture militari a Kiev. C'è stata però un'eccezione nel gruppo: Lorenzo Guerini ha votato a favore anche delle risoluzioni di Azione e Più Europa, come si vede dai tabulati. Anche la leghista Giovanna Miele ha votato il testo di Azione.
Roma, 19 mar. - (Adnkronos) - Nessun cambiamento di linea da parte della Federal Reserve: con un voto quasi all'unanimità - un solo contrario - i membri del Fomc, il comitato di politica monetaria della banca centrale americana, hanno infatti deciso di mantenere fermo l'intervallo di riferimento per il tasso dei federal funds al 4,25%-4,50%. Ala base della decisione, si sottolinea nel comunicato finale, un livello di inflazione "che rimane piuttosto elevato".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Trump annuncia dazi ma anziché alzare la voce con Trump, Meloni se la prende con l'Ue che cerca di reagire". Lo dice Elly Schlein nelle dichiarazioni di voto alla Camera.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Il piano Rearm Eu va nella direzione di favorire soprattutto il riarmo di 27 Stati membri. L'unico contributo al dibattito che ha dato Meloni è stato quello di chiedere che sia cambiato il nome. E invece è quel piano che va cambiato radicalmente perchè allontana una vera difesa comune europea. Serve la difesa comune e non la corsa al riarmo dei singoli Stati" e va fatta "con gli investimenti comuni e col debito europeo, non col debito nazionale". Lo ha detto Elly Schlein nelle dichiarazioni di voto alla Camera.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - L’ambiente domestico italiano si sta trasformando, con una crescente adozione di tecnologie smart per la pulizia che promettono di semplificare la vita e liberare tempo prezioso. A fare luce su questa tendenza è una ricerca commissionata da Roborock, leader mondiale nella robotica domestica ultra-intelligente, e condotta da Bva Doxa, azienda leader nelle ricerche di mercato in Italia e parte del gruppo Bva. Lo studio svela un mercato in fermento, con un elevato livello di conoscenza dei robot aspirapolvere e un apprezzamento diffuso per i benefici che offrono. L'indagine ha permesso di delineare diversi profili attitudinali tra gli italiani, evidenziando come l'approccio alle pulizie automatizzate sia tutt'altro che uniforme: a dominare il panorama è il "Pragmatico Digitale" (62%), che valuta attentamente l'efficacia delle nuove tecnologie prima di adottarle. Seguono i "Tech-Entusiasti" (25%), maggiormente propensi a introdurre l'innovazione nelle loro case, con una maggiore concentrazione tra gli uomini (circa il 30%) e nella fascia d'età 25-44 anni. Gli "Scettici Tradizionalisti" rappresentano invece il 13% del campione, con una rappresentanza significativa di intervistati over 45.
La ricerca Doxa dipinge un quadro chiaro: i robot aspirapolvere non sono più un oggetto ostico e di difficile gestione, ma una presenza sempre più familiare nelle case degli italiani, in particolare in quelle in cui vivono animali domestici. Il 90% degli intervistati dichiara di conoscere questi dispositivi, segno di una crescente consapevolezza dei vantaggi che possono offrire. Non si tratta solo di conoscenza teorica, ma anche di apprezzamento concreto: il 70% degli italiani ritiene che i robot aspirapolvere semplifichino la vita, liberando tempo da dedicare ad attività più piacevoli delle faccende domestiche. Un ulteriore dato interessante riguarda la percezione di competenza: il 61% degli italiani si sente competente nell'uso dei robot aspirapolvere, segno di una buona familiarità con la tecnologia e di una crescente fiducia nelle proprie capacità di gestirla al meglio.
Per i pet owner, poi, i robot aspirapolvere rappresentano un vero e proprio alleato nella lotta contro peli, sporco e allergeni, contribuendo a mantenere un ambiente domestico più pulito e salubre. Non a caso, il 68% dei possessori di animali domestici li considera strumenti almeno molto utili, con un picco del 32% che li definisce "estremamente utili". Questo beneficio è particolarmente sentito nelle regioni del Sud, dove le attività all'aperto possono portare più sporco in casa.
Nel contesto generale emerge chiaramente quanto gli italiani abbiano a cura la pulizia della casa, dedicandole oltre sei ore a settimana nel 25% dei casi. Nel dettaglio, il 59% degli intervistati – principalmente donne – dichiara di essere l’unico in famiglia a prendersi carico da solo di questo compito. Spicca quindi come molto positivo il supporto di aspirapolvere robot: coloro che già li utilizzano, apprezzano soprattutto il tempo risparmiato, che può essere dedicato ad attività piacevoli e gratificanti. Nello specifico, il 37% degli intervistati dichiara di utilizzare questo tempo per prendersi cura di sé, con una maggiore propensione da parte delle donne (43%) che dichiarano di trovare finalmente spazio per il ‘me-time’ e il benessere personale. Un altro 32% lo dedica invece a trascorrere più tempo con la famiglia.
La ricerca ha inoltre evidenziato come l'adozione di un robot per la pulizia dei pavimenti porti, per quasi due intervistati su tre tra i possessori di un robot, a una significativa riduzione del carico di lavoro, con il 27% che ha visto un miglioramento per tutti i componenti della famiglia. Tale percezione è particolarmente sentita dai "Tech-Entusiasti" (74%), dagli uomini (66%) e dagli abitanti del Sud Italia (67%). Inoltre, il 27% si aspetta una gestione più equa dei compiti domestici tra i membri del nucleo familiare, contribuendo a un ambiente più armonioso tra le mura di casa.
Gli italiani guardano al futuro con fiducia, immaginando un mondo in cui i robot aspirapolvere saranno sempre più integrati nella vita quotidiana. Il 73% degli intervistati è convinto che questi dispositivi diventeranno la norma entro i prossimi dieci anni, segno di una crescente fiducia nelle potenzialità dell'automazione domestica. Le aspettative per il futuro si concentrano su una maggiore capacità di pulizia e sanificazione degli ambienti domestici (26%), sulla capacità dei robot di adattarsi alle esigenze specifiche di ogni casa (25%) e sulla possibilità di automatizzare sempre più la pulizia e la manutenzione (25%).
Nonostante l'interesse e l'apprezzamento, la ricerca Doxa per Roborock evidenzia alcune barriere che frenano un'adozione ancora più ampia dei robot aspirapolvere. Il costo iniziale elevato rappresenta la principale preoccupazione per il 43% degli italiani, che cercano soluzioni accessibili e con un buon rapporto qualità-prezzo. Da evidenziare, però, come chi abbia già un robot sia propenso ad una spesa più elevata rispetto alla media, riconoscendo il valore aggiunto dello strumento: tra chi è disposto a spendere oltre 200 euro, infatti, il 76% è già possessore di questo device. Altre perplessità riguardano l'affidabilità (25%) e l'autonomia delle batterie (24%), che devono garantire una pulizia completa e senza interruzioni.
Anche gli ingombri domestici rappresentano un ostacolo significativo: il 79% degli intervistati ritiene che i robot abbiano difficoltà a navigare in ambienti con molti ostacoli, come mobili, tappeti e, soprattutto, giocattoli e accessori per animali domestici. Questo aspetto è particolarmente rilevante per chi vive in contesti più piccoli, dove lo spazio è limitato e gli ostacoli sono più frequenti.
Infine, la fiducia nell'automazione completa è ancora in fase di sviluppo: solo il 21% si dichiara totalmente disponibile a delegare la gestione manuale, mentre il 56% preferisce un approccio graduale, che consenta di mantenere un certo controllo sulle attività di pulizia, soprattutto in presenza di animali domestici che richiedono un'attenzione particolare.