“Una mia candidatura di Draghi non c’è mai stata. Io ho una candidatura in pectore ma resta lì perché altrimenti si brucia”. Berlusconi contro Berlusconi. Ieri l’ex presidente del Consiglio aveva detto a Omnibus che avrebbe visto bene il presidente della Bce al Quirinale. Oggi, a Radio Anch’io (su Radio1 Rai) spiega che “come al solito i quotidiani stravolgono le situazioni pur di farmi fare una brutta figura. Non ho portato in avanti nessuna candidatura di Draghi e non c’è mai stata”.
“Non per mancanza di stima o dubbi sul suo valore, ma perché sta facendo molto bene alla Bce ed è merito suo se si è calmata la speculazione finanziaria sui titoli del debito pubblico. Non c’è nessuna opportunità, né per lui né per noi, che lasci un incarico così’ importante. Come al solito i giornali stravolgono la realtà e pure di sottopormi a una brutta figura dicono ‘no di Draghi a Berlusconi‘”. Se sul punto, dunque, l’opinione sembra oscillante una cosa certa c’è: non c’è alcuna possibilità “che Monti vada al Quirinale“. O almeno non con i voti del Pdl: “Era un Monti diverso, ci eravamo cascati” dice il Cavaliere.
Berlusconi si dice anche certo che non ci sarà un “pareggio” al Senato. “Non mi sono posto questo problema – dice – perché penso che noi vinceremo ampiamente al Senato, io chiedo agli italiani di darci la maggioranza assoluta. E’ necessario perché così potremmo modificare la Costituzione”.
Ancora una volta l’ex capo del governo dà l’impressione di lisciare il pelo al centrosinistra più che al centro di Monti. Toni agguerriti in campagna elettorale? “Tra noi e il Pd no, ci sono toni agguerriti tra noi e le piccole formazioni del centro che sono delle stampelle per il Pd”. “Il tentativo di Casini e Monti – insiste – è di sottrarre voti ai moderati”, sostiene l’ex premier. Per Berlusconi “c’è un accordo tra i centristi e il Pd”, gli italiani “votando il Pd si prendano anche loro, votando loro si prendono il Pd”. Per la serie “paghi uno e prendi due. Questo cosiddetto centrino è ruota di scorta, alleato del Pd”. Berlusconi sembra andare d’accordo con Bersani anche sul voto utile: “Con il Pd siamo d’accordo che una democrazia compiuta è quella bipolare”. Certo, “un accordo tra noi e il Pd si può avere solo sulle riforme costituzionali. Su questo si potrebbe trovare un accordo ed andare su un voto congiunto, ma un governo con il Pd” non è possibile. Le basi sono antitetiche, la sinistra non è socialdemocraica e vuole solo tasse”.