L’Aéres, agenzia francese per la valutazione della ricerca, chiude. Ad annunciare la soppressione è Geneviève Fioraso, il ministro dell’Università e della Ricerca francese, durante la cena annuale della Conferenza dei Presidenti delle università, giovedì 20 dicembre. L’agenzia sarà sostituita da un’agenzia totalmente ridefinita secondo standard di indipendenza, semplicità, legittimità scientifica e di trasparenza, ha detto il Ministro. Le ragioni? “Délire bureaucratique”.

La notizia sta facendo il giro della rete. A darne notizia un articolo di Le Monde tradotto in italiano qui. La decisione viene dopo una consultazione nota come Assise de l’Enseignement Supérieur et de la Recherche, guidata dal premio Nobel francese Barré-Sinouss e durata quattro mesi, nella quale il ministro Fioraso si proponeva di intervistare il personale ricercatore di università e istituti di ricerca, per comprendere quale impatto avessero avuto le riforme intraprese dall’amministrazione Sarkozy. Già il 30 novembre al Collège de France di Parigi c’era stata una prima anticipazione dei risultati dell’imponente processo di consultazione. “Semplificateci la vita. Date un taglio alle eccessive burocrazie. Limitate la competizione per l’accesso ai fondi”, scriveva allora Elisabeth Pain su Science Insider.

Ora l’articolo di Le Monde rincara la dose. L’Aéres sin dalla sua nascita è stata al centro di critiche, scrive Le Monde. “Gli attacchi più virulenti venivano principalmente dai ricercatori del Cnrs, Inserm e degli enti di ricerca”, dice Didier Houssin, Presidente dell’Aéres. In realtà, non era la valutazione ad essere criticata, ma il modo in cui veniva effettuata, spiega l’articolo. “L’Aéres ha dimostrato di essere arrogante, burocratica e cavillosa, finendo per comportarsi come un agenzia di rating piuttosto che di valutazione”. “L’atteggiamento dell’Aéres è imperialista!”, accusa il Direttore di ricerca dell’Inserm Yehezkel Ben-Ari. “La Francia ha battuto tutti i record in termini di numero si agenzie. Abbiamo sprecato denaro e ci siamo resi ridicoli”, continua l’articolo di Le Monde. “Non è una reazione epidermica o improvvisata”, sostiene Bernard Meunier, membro dell’Accademia delle Scienze. “La ricerca soffre di un delirio burocratico. I ricercatori trascorrono il loro tempo sul proprio computer a compilare scartoffie. Bisogna che smettano di scambiarci per segretari!”, diceva.

Recentemente, l’Aéres si era detta d’accordo ad essere riformata, ma non è servito a niente, spiega Le Monde. “Mi auguro che l’Aéres venga sostituita da un organismo nazionale interamente ridefinito a partire dai principi di indipendenza, semplicità di funzionamento e delle procedure nonché della legittimazione scientifica e della trasparenza”, ha dichiarato il Ministro. La storia dell’agenzia di valutazione francese giunge così al capolinea. Una notizia interessante, per l’Italia.

È cosa nota che l’Anvur, corrispettivo italiano dell’Aéres, è stata a lungo oggetto di simili critiche. Qualche giorno fa il sito Roars chiedeva “riuscirà Anvur ad entrare nel Guinness come prima agenzia di valutazione capace di violare tutti gli articoli del suo codice etico (preambolo incluso)? Di certo le sue “liste pazze” di riviste scientifiche sono già da primato: dai quotidiani e gli house-organ aziendali fino alle riviste divulgative, religiose e di associazioni professionali, senza dimenticare un annuario di liceo”, continuava il sito.

Ma il problema non sono solo le riviste pazze. Alle ragioni delle critiche bisognerebbe aggiungere la lunga storia delle mediane, criterio d’accesso alla procedura di Abilitazione Scientifica Nazionale e per mesi incandescente oggetto di dibattito e di contestazione, finché, in una nota circolare dell’11 gennaio, il ministro Profumo chiariva che le mediane non servono a nulla. “Il superamento degli indicatori numerici specifici [le mediane] non è fattore di per sé sufficiente ai fini del conseguimento dell’abilitazione”, avvisava il ministro. Forti erano state anche le reazioni del mondo della ricerca alle dichiarazioni di un membro del “Gruppo di lavoro per le procedure per l’abilitazione scientifica nazionale nei settori non bibliometrici” dell’Anvur, il gruppo di lavoro incaricato di fornire indicazioni su quali libri e riviste siano da ritenersi scientifici, che il 20 agosto 2012 aveva proposto un nuovo metodo per meglio allocare le risorse negli atenei: “facciamo mobbing su quelli giovani ma mediocri o peggio per farli andare in pensione (p.es. tagliamoli fuori dalle commissioni di concorso e facciamone degli zombie). Quando poi i nostri colleghi avranno imparato ed il clima sarà cambiato, allora i soldi saranno ben spesi”.

Insomma, la lista sarebbe lunga. Ma non vorrei divagare. L’Aéres chiude. Mica l’Anvur.

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