Cari amici lettori. Eravamo rimasti all’intervista di una donna che ha avuto esperienze come assistente sessuale. Oggi leggeremo le parole di un ragazzo disabile che ha vissuto quest’esperienza sulla propria pelle….”
1. Come descriveresti te stesso in poche righe?
Sono solare estroverso, affronto i problemi e le difficoltà con forza, spesso anche col sorriso. Sono curioso, sono attratto dalle nuove esperienze soprattutto da quelle che potrebbero arricchirmi. La vita mi ha insegnato a non aver paura più di nulla, se c’è da rischiare non mi tiro certo indietro, ho capito che se si desidera qualcosa bisogna prendersela. Ottenere il rispetto verso gli altri lo ritengo un valore fondamentale. M’interessa molto la politica intesa come perseguimento e difesa del bene comune. L’indifferenza non mi appartiene. Ho innato il rispetto verso gli altri, ma sono intollerante nei confronti del moralismo e dei pregiudizi in genere.
2. La tua disabilità che tipo di assistenza richiede?
La mia disabilità è molto grave: non ho l’uso delle gambe e delle braccia. Questa situazione non mi rende autosufficiente e richiede un’assistenza domiciliare continuata.
3. Veniamo all’assistenza di tipo sessuale. Sei mai ricorso a qualcosa del genere? Raccontaci la tua/le tue esperienze e che cosa ti ha spinto a metterti in cerca di questo tipo di aiuto.
Ne ho sentito parlare per la prima volta in un servizio delle Iene, mi ha interessato molto e ho cercato notizie ulteriori su internet. Mi ha incuriosito come esperienza, mi solleticava l’idea di un incontro con una donna non impaurita dalla disabilità, preparata ad aiutarmi a cercare il mio benessere psico-fisico, capace di farmi vivere un più di affettività. Cercando nel web sono riuscito a entrare in contatto con un’assistente sessuale, abbiamo organizzato un incontro. E’ stato molto eccitante, si è creata subito una grande complicità ed empatia, guidava le mie braccia, le mie mani sul suo corpo nudo. La definirei un’esperienza ad alto tasso affettivo.
4. Che tipo di benefici e/o controindicazioni hai notato in merito?
Il beneficio più importante che ho notato è l’aumento della mia autostima, la cosa che più mi ha sorpreso è il piacere che può offrire un massaggio intimo. Mi ha aiutato anche a scoprire il mio corpo facendomi andare oltre i miei limiti fisici, essere assistiti nella ricerca del piacere fa bene da un punto di vista psicologico.
5. Attualmente e sulla scia di ciò che già avviene in altri paesi si sta cercando di mobilitare l’opinione pubblica e la politica in favore del riconoscimento legale di questa pratica, da assimilare a una terapia vera e propria rivolta al benessere psicofisico di persone che, per un motivo o per l’altro, si trovano a non essere autonome nell’espressione dei propri bisogni di tipo sessuale e, in senso lato, erotico/affettivi. Sei d’accordo con questa rivendicazione? Che caratteristiche dovrebbe avere l’assistenza al fine di assicurare il massimo beneficio a chi ne fruisce, senza limitare l’autonomia di chi la offre?
La considero una rivendicazione sacro santa, la sessualità non è un optional, ma una necessità vitale. L’assistenza tradizionale è volta a soddisfare tutte le esigenze della persona disabile tranne questa. Esiste la fisioterapia, il sostegno psicologico, la cura della persona, ma l’aspetto sessuale è dimenticato, o semplicemente omesso. Credo che l’Italia dovrebbe mettersi in linea con gli altri paesi europei e riconoscere il diritto l’assistenza sessuale. L’assistente sessuale dovrebbe essere riconosciuta come una figura professionale vera e propria, in questo modo la persona che la offre sarebbe tutelata davvero.
Sono consapevole che sarà una battaglia difficile, considerando il forte ritardo culturale che caratterizza nostro paese in fatto di diritti civili.