Secondo un documento svelato da Bloomberg, nel 2008, la banca ha stipulato un contratto con Deutsche Bank che ha coperto le sue perdite fino alla richiesta degli aiuti di Stato per 3,9 miliardi più interessi. L'ex funzionario della Fed: "Leggerlo ti fa chiedere quali altri scheletri ci siano nell'armadio"
Il Monte dei Paschi di Siena non finisce mai di sfornare sorprese. Gli aiuti pubblici alla banca toscana non sono ancora arrivati e l’inchiesta giudiziaria in corso non è ancora chiusa, che spunta un nuovo documento secondo il quale in piena crisi finanziaria, nel 2008, Deutsche Bank aveva studiato un derivato per Mps che ha coperto le perdite della banca senese fino a quando non ha chiesto un salvataggio da 3,9 miliardi più interessi a carico contribuenti. Nel dettaglio, nel dicembre del 2008 la prima banca tedesca ha prestato al Montepaschi circa 1,5 miliardi attraverso una transazione denominata progetto Santorini. I particolari, svelati dall’agenzia di stampa americana Bloomberg, sono contenuti in un documento di oltre 70 pagine.
L’operazione, sottolinea l’agenzia, ha aiutato il Monte, in quel periodo impegnato nella rovinosa acquisizione di Banca Antonveneta, a mitigare gli effetti di una perdita di 367 milioni generata da un precedente derivato stipulato sempre con Deutsche Bank. “Come parte dell’accordo, la banca senese ha fatto una scommessa perdente sul valore dei titoli di Stato del suo Paese”, scrive Bloomberg citando il parere di sei specialisti in derivati che hanno visionato la documentazione.
“Non riesco a capire come qualunque istituzione finanziaria possa essersi legata a un accordo del genere per obiettivi legittimi – ha detto all’agenzia Frank Partnoy, un ex trader di derivati di Morgan Stanley attualmente docente di legge e finanza all’Università di San Diego – Non avrebbero mai dovuto farlo”. La transazione, evidenzia sempre Bloomberg, mostra come le banche d’investimento abbiano concepito prodotti opachi che negli anni successivi hanno riempito di perdite aziende e contribuenti. Gli esempi spaziano dal Comune di Cassino ai governi greco e italiano, debitori che hanno perso soldi in scommesse sbilanciate a favore delle banche. La stessa Deutsche Bank, del resto, il mese scorso è stata condannata insieme ad altri tre istituti dal Tribunale di Milano per frode nella stipulazione di un derivato con il capoluogo lombardo.
Sempre Bloomberg ricorda che alla fine del 2012 il Monte dei Paschi ha chiesto ulteriori 500 milioni di euro di aiuti di Stato, da aggiungere ai precedenti 3,4 miliardi, proprio per “i possibili impatti patrimoniali derivanti dagli esiti dell’analisi in corso di talune operazioni strutturate poste in essere in esercizi precedenti”. Il riferimento è ai 25 miliardi di Btp che la banca ha comprato a debito tra il 2009 e il 2010, gestione Giuseppe Mussari, ma sui quali sta guadagnando molto meno del previsto per un errore nella scelta della copertura dal rischio del rialzo dei tassi.
Interpellata da Bloomberg, una portavoce della banca presieduta da Alessandro Profumo non ha comunque commentato l’operazione con Deutsche Bank, nè ha voluto dire se Santorini è una delle operazioni di finanza strutturata che ha portato la banca ad alzare la sua richiesta di aiuto pubblico di mezzo miliardo. Dal canto suo la collega di Deutsche Bank ha sottolineato che “la transazione era soggetta ai nostri rigorosi processi di approvazione interna e ha ricevuto il necessario via libera del cliente che aveva un suo consulente indipendente“. In ogni caso il Monte dei Paschi non ha mai rivelato gli effetti dell’operazione del 2008 nei suoi bilanci annuali e non è noto se il contratto con la banca tedesca faccia parte della documentazione al vaglio della magistratura.
Secondo due professionisti che hanno visionato i documenti, gli azionisti del Montepaschi non sono stati messi in condizione di venire a conoscenza delle scommesse in derivati della banca, dal momento che i resoconti finanziari periodici non hanno fornito sufficienti informazioni. Nei suoi bilanci, rileva sempre Bloomberg, Mps ha riportato che il contratto, che ha una durata di dieci anni (fino al 2018), ha comportato delle perdite virtuali per 87 milioni di euro nel 2007, nel 2008 per 62 milioni, mentre nel 2009 la liquidazione dell’operazione ne ha portate 224,4 milioni. “Questa transazione mostra la complessità dei bilanci delle banche – ha commentato Mark Williams della Boston University che in passato è stato funzionario della Federal Reserve per le banche – Ti fa chiedere quali altri scheletri ci siano nell’armadio“.
“In riferimento alle recenti notizie di stampa e facendo seguito a quanto già comunicato in occasione della richiesta di incremento per 500 milioni di euro dei nuovi strumenti finanziari (i cosiddetti Monti Bond), Banca Monte dei Paschi di Siena comunica che sono in corso approfondite analisi che riguardano alcune operazioni strutturate poste in essere in esercizi precedenti e ad oggi presenti nel portafoglio della banca”, ha puntualizzato in serata l’istituto.
“Tali analisi, non ancora completate, sono attinenti – aggiunge la nota – ai profili legali, finanziari, contabili e gestionali delle operazioni. In particolare, la banca intende valutarne accuratamente ogni possibile impatto, attuale e prospettico, in modo tale che, nel più breve tempo possibile e, comunque, entro la data di pubblicazione del progetto di bilancio 2012, si possa intraprendere ogni azione necessaria o conveniente, anche con riferimento, se del caso, alla rappresentazione contabile delle operazioni stesse. Naturalmente, la banca assicura che ogni eventuale azione sarà svolta nella massima trasparenza verso il mercato e le autorità di vigilanza”.