La scorsa settimana ho segnalato in questo blog lo strano caso di Antonio Endrizzi, ex assessore berlusconiano che in poche settimane ha cambiato casacca ed è diventato esponente di spicco del Movimento 5 stelle a Como, non senza polemiche feroci in rete. Mi ha risposto, con un video sul sito di Beppe Grillo, Silvana Carcano, candidata presidente del M5s alle prossime regionali in Lombardia. Una replica dai toni ironici e irridenti.
Dice Silvana Carcano che Endrizzi aveva le carte in regola per entrare in lista; che viene dal centrodestra come tanti altri del M5s vengono dal centrosinistra; che è normale utilizzare un certificatore delle firme di centrodestra. Tutto vero. Mi corregge (giustamente) dicendo che l’alternanza in lista di un uomo e una donna è imposta non dalle regole del movimento, ma dalla legge elettorale regionale. Benissimo. Ma la sostanza non cambia, visto che davvero Endrizzi potrebbe diventare capolista, come scrivevo nel post, proprio per poter mantenere una sequenza uomo/donna (a Como le donne elette sono solo due e si sono piazzate ai primi due posti).
Ma i veri problemi sono altri. Fatto numero uno: Endrizzi non è aiutato da un singolo certificatore di centrodestra, ma è sostenuto politicamente da un gruppo organizzato del Pdl, ora vicino ai Fratelli d’Italia. Fatto numero due: Endrizzi si è candidato nel maggio 2012 alle comunali di Como contro il movimento di Grillo, sostenendo in rete (e poi oscurando il suo passato) che “in questa situazione, il cittadino elettore si sente sempre più spaesato e insofferente, pericolosamente attratto dalle sirene dell’antipolitica”. Sono passati solo sette mesi e oplà, il cacciatore delle sirene si è trasformato in sirena.
Silvana Carcano a un certo punto s’impenna: “È uno scoop ridicolo”. Eppure è costretta alla fine ad ammettere: “Endrizzi verrà comunque tenuto d’occhio dalla rete, la rete lo controllerà”. Cara Silvana, non è uno scoop: è semplicemente un’informazione che i cittadini in generale e noi potenziali elettori del Movimento 5 stelle in particolare dobbiamo poter avere. Dobbiamo conoscere la storia dei candidati. Sapere se magari tra loro ci sono dei furbi, o dei “riciclati”. Ora la rete “terrà d’occhio” Endrizzi? Bene, allora a qualcosa è servito, lo “scoop ridicolo”.
Alla fine, il video termina con un rimprovero: “Comunque, Barbacetto, con tutta la stima che abbiamo per lei, tutti i Passaparola, gli articoli interessantissimi che lei ha fatto, che è successo?” (per chi non frequenta la rete: i Passaparola sono i miei videointerventi sul blog di Beppe Grillo, che sono ben contento di aver fatto e che continuerò a fare, se qualcuno me lo chiederà). “Che è successo, Barbacetto?”. E poi, ammiccante: “Siamo entrati in campagna elettorale? Benissimo, noi siamo pronti”.
Cara Silvana, cosa è successo? Niente di nuovo. Continuo a fare quello che ho sempre fatto. Dare notizie. Fare il controllo dei candidati di ogni lista e partito. Una cosa che si chiama, cara Silvana, giornalismo.