“Il governo Monti ha agito con maggiori poteri di quello fascista”. L’attacco di Silvio Berlusconi al presidente del Consiglio è durissimo. Nel corso della trasmissione “Italia domanda” su Canale 5, il leader del Pdl azzarda un ardito paragone, spiegando che il Professore “ha usato il decreto legge anche per cose ordinarie”.
Non manca una stoccata all’ex alleato Gianfranco Fini: “Se ne andò per fondare un piccolissimo partito, che raggiunge a malapena l’uno per cento. Un suicidio politico, dietro la promessa di diventare premier di una maggioranza di centrosinistra”. Il leader del Pdl racconta i giorni che portarono alla caduta del suo governo e accusa la sinistra di aver “comprato” alcuni suoi parlamentari: “Avendo avuto una maggioranza sempre più risicata per il passaggio a sinistra, acquistato dalla sinistra stessa, di alcuni nostri parlamentari, ed essendo rimasti con due parlamentari di maggioranza abbiamo ritenuto di lasciare per un governo tecnico. Per senso di responsabilità e amor di patria ci siamo dimessi. Abbiamo sbagliato ma con il senno di poi sono piene le fosse”.
Il Cavaliere ha poi ribadito che il suo governo non ha responsabilità nella crisi: “Quel che è successo con la febbre del mercato finanziario non è dipeso dal mio governo così come l’andamento dello spread non dipende dai governi. Ci sono tanti fattori che sono intervenuti come ad esempio la debolezza dell’euro”. Non manca la consueta stilettata al governo Monti: “Il governo dei cosiddetti tecnici ha applicato acriticamente quella politica del rigore a una economia che non era in crescita: l’ha portata dentro una spirale recessiva pericolosa”. Secondo Berlusconi “la politica di procedere all’aumento delle tasse ha portato ansia e paura nelle famiglie”. Piuttosto che favorire Monti, il Cavaliere invita gli elettore a votare per il centrosinistra: “Andando a votare si voti per i grandi partiti: Pd o Pdl”.
Il problema, per Berlusconi, sta tutto nella legge elettorale. E la colpa è, ovviamente, del Pd. La stessa alleanza con la Lega è stata “obbligata”: “La legge elettorale è sbagliata, fa vincere la coalizione con più voti. L’allenaza è una necessità, io volevo assolutamente andare solo come partito, ma questa legge elettorale conveniva al Pd che infatti se l’è tenuta”.
Come di consueto, poi, Berlusconi sfodera la carta-Imu: “Noi nel primo consiglio dei ministri abbiamo già un dl che prevede abrogazione dell’Imu sulla prima casa e sappiamo già dove andare a prendere i soldi, così come è avvenuto con l’Ici nel 2008. La casa non deve essere toccata da nessuna imposta. Con questa imposizione e la rivalutazione dei valori catastali l’Italia è il secondo paese in Ue per imposizioni sulla casa. Era un’imposta che non doveva essere messa. Noi siamo stati costretti a votare questo provvedimento per non far cadere il governo dopo qualche giorno dal suo insediamento”.
Sempre a proposito di tasse, Berlusconi torna a ribadire di non aver mai invitato gli italiani a evaderle: “E’ gravissimo evadere, è una cosa assolutamente immorale, troppe volte mi si è accusato di non aver detto cose pesanti contro chi evade”. Poi però aggiunge: “Quando lo Stato chiede al cittadino troppi soldi rispetto a quanto guadagna, con un’aliquota oltre il 40%, il cittadino sente dentro di sé che è un furto o addirittura una rapina. Ciò non lo giustifica se evade, ma si sente autogiustificato a non pagare. E’ una cosa che non si può accettare, ma lo Stato deve pesare di meno sui cittadini”.
Sulla Fiat, uno dei temi caldi della cronaca di questi giorni, Berlusconi tende la mano a Marchionne: “Ho grande stima di lui, penso sia una persona seria. Credo abbia assolutamente la possibilità e l’intenzione di mantenere la produzione della Fiat in Italia”.
Berlusconi ammette che, a malincuore, dovrà escludere Marcello Dell’Utri dalle liste. “Il mio spirito garantista e la conoscenza della persona, straordinaria, un credente convinto, una persona dotata di qualità umane e morali straordinarie avrebbe tutti i diritti di essere messo in lista. Temo che dovremo chiedergli il sacrificio di non stare in lista perché la sinistra ne approfitterebbe”. Riguardo alla richiesta che il procuratore generale di Palermo, Luigi Patronaggio, Berlusconi non le manda a dire: “Affermazioni di questi pm tipo Ingroia sono affermazioni criminali perché lontanissime dalla verità: da imprenditore a tutto potevo pensare piuttosto che andare a fare accordi con la mafia e con i miei governi ho combattuto la mafia come nessun altro ha fatto”.
Sulla questione Mali, Berlusconi dichiara che, se dipendesse da lui, si asterrebbe “da qualunque intervento”. “L’Italia ha già dato nei Balcani, in Iraq, Afghanistan. Questa particolare azione non ci vede in alcun modo coinvolti e la Francia ha tutte le disponibilità necessarie”, ha concluso.