“Ho detto di no alla candidatura nel Pdl perché non potevo smentire ciò che predico da tanti anni: meglio morire in piedi che vivere inginocchiati. Il Porcellum è una legge che chiama a sé i servi e non gli uomini liberi. E i partiti di destra e di sinistra vogliono caricare sul loro carro soltanto dei servi pronti ad andare a riverire un padrone”. Don Luigi Merola, il prete anticamorra del quartiere napoletano di Forcella, ci ha riflettuto sette giorni. Poi ha rifiutato di fare campagna elettorale insieme a Nicola Cosentino e al resto della sfilza di inquisiti pronti a farsi riconfermare in Parlamento.
Come è nata la proposta?
Silvio Berlusconi mi ha fatto chiamare e ha voluto incontrarmi. Conosceva il mio impegno sul territorio e voleva darmi l’opportunità di lavorare sul tema dei beni confiscati alle mafie che spesso giacciono abbandonati e in disuso. La mia fondazione A voce de Creature (si occupa del recupero dei minori a rischio, ndr) ha sede proprio in un bene confiscato, abbiamo rischiato la chiusura perché de Magistris ci ha imposto il pagamento di 14mila euro di tassa sui rifiuti.
Berlusconi le sembrava sincero?
Ha venduto bene il prodotto, mi ha fatto una buona impressione.
Lei ci ha pensato.
Non è uno scandalo un prete che entra in politica, tanti prima di me lo hanno fatto.
Quindi avrebbe anche potuto rispondere sì.
Avevo posto una riserva: nomi belli, puliti. Un rinnovamento autentico.
Ed invece la volevano in lista con Cosentino.
Sempre gli stessi volti, le stesse persone. Don Luigi (parla di sé in terza persona, ndr) ha una dignità che non si baratta.
E’ vero che aveva avuto proposte anche da altri schieramenti?
Sì, certo. Quali? Lasciamo perdere…
Perché? No, parli.
Anche gli altri partiti stanno rovinati come il Pdl. Difendono le loro posizioni, i loro uomini e il loro potere, senza promuovere alcun ricambio. Il Pd che mette in lista al Senato un novantenne… Ho letto di chi voleva candidare la moglie, la nipote…
E’ il Porcellum.
Ma la vogliamo finire? Vogliamo essere credibili coi giovani? Ecco, il Porcellum è una delle ragioni del mio rifiuto. E’ una legge che chiama a sé i servi e non gli uomini liberi. Don Luigi ha detto no perché è meglio morire in piedi che vivere inginocchiati. Certe pratiche sono comuni sia alla destra che alla sinistra. Forse salvo solo Ingroia.
Ingroia? Ha letto le sue liste?
Però in effetti anche lui ha candidato le stesse persone che c’erano prima…