Convocato dal sottosegretario Catricalà un incontro tra sindacati e ministri di Interno, Ambiente e Sviluppo economico. Presente anche il presidente del consiglio. Intanto i lavoratori rivendicano, tra le altre cose, l’immediata nazionalizzazione dell’azienda
Vertice d’urgenza a Palazzo Chigi per la situazione dell’Ilva. Presente anche il presidente del consiglio Mario Monti, i ministri degli Interni Anna Maria Cancellieri, dello Sviluppo economico Corrado Passera, Corrado Clini dell’Ambiente, i segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, con il sindaco e il presidente della Provincia di Taranto. A convocarlo il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Antonio Catricalà.
Lavoratori in sciopero – Una convocazione che arriva dopo lo sciopero a oltranza per i dipendenti degli impianti indetto dall’Usb al termine dell’assemblea di oltre 1.500 lavoratori svoltasi in fabbrica. Lo sciopero e l’assemblea permanente servono, spiega una nota sindacale, per garantire il diritto alla salute e al reddito di tutti i dipendenti dell’azienda e delle imprese di appalto. “Confermiamo la ferma volontà di non abbandonare nessuno e di mettere in campo tutte le iniziative per condurre alla normalità una situazione di gravità inaudita, che non può ripercuotersi ancora sulla cittadinanza e sui lavoratori”, si legge nel comunicato dell’Usb.
Tre le rivendicazioni dei lavoratori ci sono l’immediata nazionalizzazione dell’azienda; il fermo e il ripristino degli impianti maggiormente inquinanti; la garanzia occupazionale di tutti i dipendenti Ilva e di quelli dell’indotto. Non solo. Considerato che “è emerso con evidenza che qualsiasi confronto con la famiglia Riva è ormai privo di senso e va attivato un tavolo di trattativa direttamente con lo Stato”, il sindacato chiede “l’esproprio senza indennizzo” della fabbrica. L’Usb Taranto sottolinea anche come Cgil, Cisl e Uil “siano state ormai sfiduciate dai lavoratori dell’Ilva e considera non più rinviabile il rinnovo delle Rsu, affinché queste rappresentino la reale espressione degli interessi dei lavoratori”.
Referendum a Taranto – Intanto il sindaco di Taranto Ezio Stefano, dopo aver ricevuto il parere del Comitato dei Garanti, ha indetto per il 14 aprile un referendum consultivo sulla chiusura parziale o totale degli impianti. Il referendum è stato promosso dal Comitato “Taranto futura” e sono stati ammessi due dei tre quesiti, quello che propone la chiusura totale del siderurgico e quello per la chiusura parziale, ovvero della sola area a caldo con conseguente smantellamento dei parchi minerali.
Il Comitato dei Garanti ha ritenuto non ammissibile il terzo quesito relativo alla richiesta di risarcimento danni all’Ilva “in quanto il Comune di Taranto ha già promosso azione di risarcimento nei confronti dei responsabili dello stabilimento per inquinamento ambientale”. Il sindaco ha sottolineato in una nota che sulla materia dell’Ilva il Comune “non ha competenza se non per l’espressione di un parere sul rilascio dell’Aia“.
Vendola: “Corte costituzionale anticipi l’udienza” – “E’ indispensabile che la Corte Costituzionale valuti quanto prima l’ammissibilità del ricorso presentato dalla procura della Repubblica che solleva il conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato sulla legge 231 del dicembre 2012″. Lo chiede il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola dopo aver appreso che la prima udienza è stata fissata per il 13 febbraio prossimo. “Prendo atto del grande sforzo compiuto dai giudici della Corte Costituzionale nell’aver fissato in tempi così rapidi l’udienza, e di questo li ringrazio profondamente – continua Vendola – ma il veloce precipitare degli eventi, cui stiamo assistendo in queste ore a Taranto, rende opportuno una ulteriore accelerazione”.
“Il grave stato di incertezza cui versano i cittadini del capoluogo ionico e i lavoratori dell’Ilva non fa affatto bene – rileva ancora il presidente della Regione – per questo chiedo che il governo incarichi l’Avvocatura dello Stato affinché presenti istanza di anticipazione dell’udienza alla Corte Costituzionale. La costituzionalità infatti della legge 231 è dirimente nel prosieguo di qualsiasi attività e condiziona in modo evidente sia il futuro dell’Ilva sia tutti quegli interventi che le pubbliche amministrazioni sono chiamate a mettere in campo. Del resto – conclude Vendola – la straordinarietà e l’unicità dell’evento richiedono risposte altrettanto straordinarie ed uniche in grado di rassicurare tutti i cittadini, non solo tarantini, sulla capacità dello Stato, nel suo complesso, di gestire un’emergenza di tale portata”.