Non è stata una decisione facile, ma il comunicato con cui la commissione nazionale di Garanzia del Pd chiede di escludere quattro “impresentabili” dalle prossime elezioni politiche fa bene alla credibilità del Pd. E dimostra che la politica italiana, pur ridotta come è stata ridotta da caste e profittatori di ogni genere, può ancora avere un sussulto di dignità.
Non è stato facile perché personaggi come per esempio Mirello Crisafulli e Antonio Papania sono considerati dei veri signori delle tessere che in Sicilia muovono decine di migliaia di voti. Consensi che possono essere determinanti nell’isola di Cosa Nostra dove il centrosinistra deve competere con la destra dei Dell’Utri e del voto di scambio.
E mentre il Pdl di Berlusconi fa incetta (perché tutto fa brodo) di collusi e indagati per reati gravissimi, come l’ineffabile Nicola Cosentino ritenuto dai magistrati il referente politico della camorra in Campania, i garanti presieduti da Luigi Berlinguer spiegano che “in questo delicato frangente la scelta delle candidature non può prescindere da criteri di eticità da perseguire anche con valutazioni di opportunità” politica. Insomma, in nome della presunzione di innocenza, che resta certamente un caposaldo della civiltà giuridica, non si può passare sopra ai comportamenti poco chiari e alle amicizie poco specchiate che ledono l’immagine del partito.
Proprio ciò che il Fatto da giorni non ha smesso di scrivere (in quasi totale solitudine), raccontando le gesta di Crisafulli (rinviato a giudizio per abuso d’ufficio) contenute in un voluminoso rapporto dei Carabinieri, o illustrando i trascorsi di Papania, Luongo, Caputo e altri ancora. Le oltre 20 mila firme raccolte dal nostro giornale sottol’appello rivolto a Bersani da Franca Rame e poi anche da Adriano Celentano per non presentare gli impresentabili dimostrano che, soprattutto se si tratta di legalità, un’informazione veramente libera non deve essere considerata un intralcio da rimuovere, ma un’opportunità da cogliere. Cosa di cui oggi volentieri diamo atto al Pd.
Il Fatto Quotidiano, 19 Gennaio 2012