Pur rimanendo fermi nella nostra posizione, ovvero cheavremmo preferito Ingroia in magistratura ad occuparsi del processo trattativa Stato-Mafia fino alla fine, siamo rimasti molto soddisfatti per come sono andate le cose alla prima trasmissione “Leader” della giornalista Annunziata.
In un marasma che a volte, proprio per gli interventi non pertinenti al programma, ma chiaramente intenzionati a spostare l’attenzione dall’argomento in campo, la nostra domanda a Ingroia , che riportiamo, è risultata chiara e la risposta del leader consona a quanto da lui portato avanti in questo momento.
La domanda era:
Crede che sarà possibile per Lei provare a portare in fondo quell’impegno agli scranni della politica. Quegli scranni da cui mai e poi mai è arrivato un cenno di apertura alla verità sulle stragi. Men che meno quelle del 1993 nelle quali il coinvolgimento di politici corrotti e uomini dello Stato è ormai evidente a tutti?
Pensa che dalla pancia di un Parlamento corrotto come quello che attualmente ci ritroviamo, se non puliranno a tappeto le liste elettorali Le daranno l’opportunità di fare, da politico, ciò che da magistrato non ha potuto fare in questi anni?
La Risposta è stata:
“Il nostro primo impegno sarà quello di una commissione di inchiesta parlamentare seria, che non abbiamo mai avuto in 20 anni”!
Comprendiamo benissimo la risposta del Dr. Ingroia , ma ancora una volta noi non siamo d’accordo.
In queste ore, abbiamo tutti sotto gli occhi i falsi tentativi, ovvero le parole al vento dei partiti, per dimostrare prima delle urne una presunta volontà che verte a pulire le liste da nomi impresentabili. Non ci crediamo!
Ci sono nomi oggi candidabili in Parlamento, per i quali dovessero richiamare in campo Matteo Messina Denaro con il tritolo lo farebbero, pur di non toglierli da sotto un ombrello sicuro. Ovvero certi inquisiti non verranno mai allontananti dagli scranni di un Parlamento che ne garantisce l’immunità e se lo faranno sarà solo perché, ancora una volta, quell’immunità sarà oggetto di trattativa, magari chi lo sa, nominandoli senatori a vita!
Ci sono nomi che con le stragi del 1993 hanno avuto un coinvolgimento a vario titolo anche troppo palese, come da atti processuali, e a cui solo la politica può continuare a fare da garante, come ha fatto fino ad oggi.
Quindi pur comprendendo le buone ragioni di tutti, in questo caso del leader degli ‘arancioni’ non ci sono le condizioni per pulire la politica da uomini e donne inquisiti, condannati e in odore di mafia.
Del resto le Commissioni Parlamentari non avrebbero ragione di esistere se la magistratura libera e indipendente avesse sempre potuto fare il proprio lavoro e le Commissioni non saranno quindi né serie, né chiarificatrici, ma solo la pietra tombale della verità sulle stragi, come del resto è sempre stato.
In modo particolare la verità negata è quella per le stragi del 1993, il cui coinvolgimento oltre ‘cosa nostra’ esecutrice, è purtroppo salito a livelli istituzionali più di quanto sia mai avvenuto per altre stragi in Italia.
E quella verità, ahimè, è stata trasversale ad ogni schieramento politico!