Rosanna Scopelliti, figlia 29enne del giudice ucciso nel 1991, sarà seconda in lista alla Camera dopo il segretario Alfano. E' una delle fondatrici dell'associazione Ammazzateci tutti, ma ha scelto di correre su invito del governatore (indagato) nel partito che ha governato il Comune di Reggio, sciolto per mafia
In una Calabria dove il Partito democratico non riesce a trovare lo spazio in lista per i sindaci antimafia e per uno dei più esperti studiosi della ‘ndrangheta come Enzo Ciconte, il governatore Giuseppe Scopelliti cala l’asso e sorprende tutti. Candida Rosanna Scopelliti, figlia del giudice Antonino Scopelliti ucciso nel 1991 alla vigilia del maxi processo a Cosa nostra. Il presidente della Regione e coordinatore calabrese del Popolo della Libertà punta sulla la faccia pulita di Rosanna Scopelliti anche per coprire le contraddizioni sue e del suo partito. Come lo scioglimento del Comune di Reggio Calabria per contiguità mafiose e la gestione economica della sua amministrazione che ha prosciugato le casse di Palazzo San Giorgio portandole a un pre-dissesto.
Ma anche le numerose inchieste della Procura che hanno infilato nel tritacarne giudiziario alcuni “Peppe boys” finiti in manette (come i consiglieri regionali Santi Zappalà, Franco Morelli e Antonio Rappoccio), l’arresto di un altro consigliere comunale, Pino Plutino, che aveva rapporti con le cosche della città dello Stretto, lo scioglimento di una società mista infiltrata dalla famiglia mafiosa Tegano, un’indagine della Dda che ha travolto la municipalizzata di Reggio che si occupa della raccolta dei rifiuti solidi urbani.
Le liste del Pdl sono ancora blindate e lo saranno fino a domani mattina quando Luciana Scalzi, caposegreteria di Denis Verdini, presenterà a Catanzaro gli elenchi dei candidati in Calabria in cui il nome di Rosanna Scopelliti è al secondo posto, proprio dietro Angelino Alfano. È stata la ragazza di 29 anni a confermare il suo futuro impegno politico: «Ho accettato la proposta fattami in persona dal governatore Giuseppe Scopelliti di candidarmi alla Camera dei Deputati con il Popolo della libertà. Onestamente devo dire che sono veramente grata a chi ha inteso dare voce, attraverso di me, a tutta quella fetta importante della società civile calabrese che purtroppo, troppo spesso, non è stata tenuta nella dovuta considerazione. Spero, se i cittadini lo vorranno, di poter rappresentare al meglio la Calabria onesta in Parlamento. Ringrazio il governatore Scopelliti. Lo ringrazio perché sta intraprendendo un percorso coraggioso per il rinnovamento e la moralità nella politica».
La figlia di Scopelliti, che assieme ad Aldo Pecora ha fondato l’associazione antimafia “Ammazzateci tutti”, non è mai intervenuta sulla decisione del governo Monti di sciogliere il Comune di Reggio. Oggi è candidata dal governatore della Calabria di cui parlano cinque pentiti di ‘ndrangheta, le cui dichiarazioni non hanno però portato alla sua iscrizione nel registro degli indagati per reati di mafia.
Giuseppe Scopelliti è tuttavia imputato per falso e abuso di ufficio nel processo sul “caso Fallara”, che prende il nome dalla dirigente del Comune morta nel dicembre 2010 dopo avere ingerito acido muriatico. Uno dei principali collaboratori di giustizia, Roberto Moio, ha parlato di politica spiegando al pm Giuseppe Lombardo che «la ‘ndrangheta a Reggio vota a destra». Quella stessa destra in cui oggi si candida Rosanna Scopelliti che, alle domande sulla sua candidatura, risponde all’Ansa: «Pare che il mio nome sia in posizione apicale. Per me è un onore ed un onere ancora più grande. Questo significa che l’impegno del governatore Scopelliti e quello del Pdl a voler concretamente accelerare questo percorso virtuoso di cambiamento è dimostrato concretamente nei fatti e non soltanto a parole».
Portato a casa uno dei baluardi dell’antimafia calabrese, il Pdl può riprendere la trattativa per gli altri posti alla Camera e al Senato. A proposito tra i nomi che circolano c’è quello del sindaco Demi Arena (quello dello scioglimento del Comune) che, alla fine potrebbe rinunciare se gli venisse garantito un posto in giunta regionale nel caso di elezione al Senato di Antonio Caridi, l’assessore alle Attività economiche e produttive il cui nome compare, oltre che nei verbali del pentito Giovanbattista Fracapane, anche nelle carte della Dda di Genova che stava indagando sulla cosca Raso-Gullace-Albanese.
Sempre nella giunta regionale calabrese, nelle prossime ore si potrebbe liberare il posto del sottosegretario Alberto Sarra, oggi uomo fidatissimo di Scopelliti. Devastante il concetto che hanno di lui i pm di Milano che riflettendo su personaggio politico Sarra, avevano scritto nell’ordinanza contro la famiglia Lampada legata alla cosca Condello: «Con un simile quadro ci si aspetterebbe che nessuno possa neppure pensare di intraprendere o proseguire una carriera nella gestione della cosa pubblica. Evidentemente si tratta di aspettativa ingenua. Per diversi anni Sarra costituirà uno dei principali punti di riferimento politico per i Lampada».