Scartati dal Pdl, alla fine li ha imbarcati il nuovo soggetto politico creato da La Russa, Meloni e Crosetto. Destinazione: Roma. Alle prossime elezioni politiche i due assessori (uscenti) della Regione Molise, Gianfranco Vitagliano e Filoteo Di Sandro saranno infatti i capilista nella XVIII circoscrizione (Molise), rispettivamente alla Camera dei deputati e al Senato, di Fratelli d’Italia. A darne l’ufficialità sono stati ieri gli stessi (ormai) ex esponenti azzurri, nel corso di una conferenza stampa, dicendo addio – con non poco rancore – al partito del Cavaliere. Perché i due, prima di cedere alle avances dei Fratelli d’Italia, avevano atteso praticamente fino all’ultimo la risposta da via dell’Umiltà (o da Palazzo Grazioli), alla loro richiesta di essere candidati in Parlamento, che però non sembra essere arrivata. O, meglio, il feedback non è stato quello da loro sperato: “Se volete, potete essere inseriti al terzo posto” o magari, chissà, anche al secondo.
Ma primi di certo no! Davanti a loro ci sarebbero stati comunque gli uscenti Ulisse Di Giacomo e Sabrina De Camillis. “Alfano mi ha detto personalmente che il partito mi rivuole in Parlamento”, ricordava quest’ultima poche settimane fa. “Il Pdl ci ha sempre più deluso anche in Molise e soprattutto in termini organizzativi e di gestione – hanno lamentato Vitagliano e Di Sandro – Non è stata mai tenuta in considerazione la meritocrazia e sono stati premiati sempre i soliti noti”. E così alla fine hanno deciso di prendere al volo l’ultimo treno, che a Roma ce li potrebbe portare – ma dovranno darsi molto da fare in campagna elettorale – in ‘prima classe’.
Le vicende giuridiche dei due non sembrano però sconvolgere il trio La Russa-Meloni-Crosetto. I due assessori sono infatti entrambi imputati nell’inchiesta Termoli jet, relativa alla nascita di una newco mista pubblico-privato per l’urgente creazione, così come aveva deliberato nell’estate del 2005 la giunta regionale (già guidata da Michele Iorio), di un collegamento marittimo tra le coste molisane e quelle della Croazia. Per l’operazione – comprendente l’acquisto di un catamarano – la Regione arrivò a sborsare ben 8 milioni di euro, derivanti dai fondi destinati alla ripresa produttiva del territorio dopo gli eventi calamitosi (terremoto e alluvione) dell’autunno inverno 2002-2003.
Un enorme spreco di denaro pubblico, visto che il ferryboat rimase soltanto un sogno. A trarne profitto, indebitamente secondo i giudici, fu solo la società molisana di autotrasporti Larivera, cioè il partner privato scelto dalla giunta Iorio – ma senza indire un bando – per costituire la newco del mare. La Larivera infatti sopravvalutò le quote della nuova società, creata dieci giorni prima dell’ingresso della Regione Molise, costringendo quindi quest’ultima a pagare una plusvalenza (illecita) di 3,5 milioni. Secondo i magistrati Iorio e i suoi assessori, tra i quali quello alla Programmazione e alla Sanità (Vitagliano e Di Sandro), “procurarono intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale di rilevante entità alla società Larivera”, violando peraltro i principi comunitari della concorrenza.
I reati contestati, a vario titolo, sono truffa aggravata abuso d’ufficio e falso ideologico. Gianfranco Vitagliano, assieme al governatore Iorio, è coinvolto anche nel processo riguardante la cessione di parte delle quote dello Zuccherificio del Molise (di cui la Regione è azionista) all’imprenditore isernino Remo Perna. Per la Procura il cda della stabilimento, con la complicità di Iorio e Vitagliano, avrebbe favorito il nuovo imprenditore: anche qui infatti non venne indetta alcuna gara. Le quote dello zuccherificio vennero inoltre deprezzate, in modo che Perna le potesse acquistare al costo di un euro ciascuna, anziché 10,5. Ma a fornire i soldi all’imprenditore isernino, attraverso finanziamenti per il rilancio delle attività produttive a due aziende riconducibili sempre a Perna, fu proprio la Regione. Secondo i magistrati Vitagliano, indagato per falso in bilancio e abuso d’ufficio, fu l’ ‘intermediario’ dell’operazione. Ed infine l’assessore alla Programmazione della Regione Molise il prossimo 14 febbraio sarà chiamato in tribunale per rispondere del reato di diffamazione, in seguito alla denuncia sporta contro di lui dal consigliere regionale Massimo Romano.
Ma il partito di La Russa, Meloni e Crosetto evidentemente non ha dato conto ai presunti illeciti commessi dai due nuovi esponenti, preferendo forse guardare un altro aspetto non di poca importanza: la mole di voti che Vitagliano e Di Sabato riuscirebbero a portare, visto che alle regionali dell’ottobre 2011 insieme totalizzarono oltre 6 mila preferenze. E nel corso della conferenza stampa di ieri, i due non hanno perso l’occasione per ricordarlo, lanciando un’altra frecciatina all’ex partito: “Ancora una volta è stato nominato chi non ha voti e messo da parte chi invece ha il consenso della gente”. E ora, in quella che hanno definito “la madre di tutte le battaglie”, sono pronti a sfidare tutti. Anche lui, Silvio Berlusconi che nel 2008 scelse di essere eletto deputato proprio in Molise.