“Questi giudici sono davvero interessati ad avere in aula degli avvocati nelle condizioni di svolgere la propria funzione?”, domanda Ghedini fuori dall’aula del Tribunale, dopo aver chiesto ai giudici del caso Ruby la sospensione del processo fino alle elezioni. E ancora: “La sospensione di 30 giorni che chiediamo per le elezioni quale danno arreca a un processo che si prescrive nel 2025?”. Niente da fare, i giudici di Milano respingono. “La richiesta”, scrivono nell’ordinanza, “non è assimilabile al legittimo impedimento”. Via con il ‘piano b’, allora, e all’eventuale remissione del mandato dei due avvocati di Berlusconi, Nicolò Ghedini e Piero Longo. I due, che fino ad ora hanno difeso i legittimi impedimenti del Cavaliere, si dicono costretti a dover passare all’autodifesa. Ghedini sarà infatti secondo nelle liste del Veneto per il Senato (dopo Berlusconi), e nonostante il record di assenze dai seggi di Montecitorio faccia di lui il deputato meno produttivo della Camera, l’avvocato difende il suo impegno in campagna elettorale. “Ho sempre fatto campagna”, assicura, e ricorda un aneddoto delle politiche del 2001. “Per un comizio in un mercato mi sono addirittura spinto su un carro”, racconta. E a chi gli fa notare che questa volta, a differenza del 2001, non avrà bisogno di raccogliere preferenze, Ghedini risponde che la lista dovrà comunque puntare al premio di maggioranza, e di conseguenza sarà necessario l’impegno di tutti. Che il principe del foro targato Pdl voglia farsi perdonare l’inattività parlamentare? “La politica non e’ soltanto andare in Parlamento”, respinge lui, rivendicando però di non aver “mai mancato a una votazione quando è stata richiesta la mia presenza”. Insomma, come ha spiegato più volte il capo del partito azienda, è una questione di produttività. “Si perdono intere giornate per votazioni preordinate, solo a premere bottoni”, continua Ghedini, spiegando di aver combattuto una battaglia per la riforma del regolamento del voto. “Purtroppo, chi della politica ne fa una professione si è sempre rifiutato di modificarlo”. Così l’avvocato rischia ora di dover rimettere l’amato ruolo di difensore del suo leader politico pur di non compromettere la campagna elettorale del Pdl, del quale, ricorda, “sono rappresentante per la giustizia”. Lo sapremo con tutta probabilità il 28 febbraio, data della prossima udienza del processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi. La sentenza, in ogni caso, slitta al dopo voto. In forse anche la data della requisitoria del pm Ilda Boccassini, che potrebbe arrivare l’undici febbraio o farsi attendere fino al 4 di marzo. Una bella differenza, secondo Ghedini e Longo. “Se ci sarà la requisitoria”, avvertono, “si consentirà alla procura di intervenire pesantemente in campagna elettorale” di Franz Baraggino