Il quotidiano economico britannico attacca il presidente del Consiglio: "Non è l'uomo giusto per guidare l'Italia", è un "duro operatore politico", capace solo di "alzare le tasse". Il Professore non ci sta e va all'attacco dell'autore: "Ha conti aperti con la Merkel, vorrebbe che saltasse l'Eurozona"
Che la stampa straniera attacchi i governi italiani non è una novità. Gli anni del berlusconismo ci hanno abituato a incassare le reprimende e gli appelli dei giornali e dei periodici di tutto il mondo, a cominciare dall’Economist, da sempre attento a denunciare le magagne di casa nostra. Mario Monti, finora, era quasi sempre stato risparmiato: la sua politica di rigore, in appoggio dell’Europa e sostenuta dall’Europa stessa, lo aveva fin qui tenuto al riparo dalle critiche d’oltre confine.
Ora invece anche il Professore deve fronteggiare una critica pungente, che arriva – peraltro – da una fonte quanto mai autorevole. Il Financial Times ha pubblicato un editoriale dal titolo inequivocabile: “Monti is not the right man to lead Italy”. Monti non è l’uomo giusto per guidare l’Italia. Una bocciatura in piena regola, quella firmata da Wolfgang Münchau. Secondo l’autore il governo italiano avrebbe sottovalutato le conseguenze dell’austerità, ritrovandosi ora a fare i conti con una recessione “lunga e profonda”. Come primo ministro, continua l’articolo, “Monti ha promesso riforme” e ha solamente “alzato le tasse”. Si è presentato come leader di un governo tecnico e si è invece rivelato “un duro operatore politico”.
Le reazioni all’editoriale non si sono fatte attendere. I rivali politici di Monti hanno colto la palla al balzo per lanciare strali polemici nei confronti del presidente del Consiglio. Lui non l’ha presa bene e ha contrattaccato (ricordando, da questo punto di vista, il Berlusconi che se la prendeva con i giornalisti dell’Economist). “Dal Financial Times non me l’aspettavo, ma da Wolfgang Munchau, da questo specifico editorialista sì. Lui ha una vecchia polemica con la signora Merkel e vorrebbe che tutti dessero colpi d’ariete per far saltare l’Eurozona così come la vede la signora Merkel”. E annuncia di voler rispondere sulle colonne dello stesso giornale con una lettera “che farà capire a Munchau perché le sue frustrazioni verso la Germania non sono necessariamente da scaricare su chi in condizioni difficili ha governato l’Italia”.
In serata sono emersi i contenuti della missiva: “Ciò che questo governo ha fatto per far calare l’inflazione e creare più posti di lavoro è senza precedenti in un periodo di tempo così breve e senza una maggioranza vera in Parlamento”. Nel frattempo il Ft pubblicava sul proprio sito un articolo sulle prossime elezioni politiche (“Italy’s crucial vote”) nel quale, in parte, aggiustava il tiro: “Il governo tecnico guidato da Mario Monti, come anche l’azione decisiva della Banca centrale europea, hanno aiutato a ricostituire la credibilità fiscale” dell’Italia. Senza per questo, però, lesinare ulteriori critiche: né Monti né Bersani, sottolinea il quotidiano, hanno finora disegnato “una visione economica convincente per il Paese”. Resterebbe l’alternativa Berlusconi. Ma il Financial Times lo liquida in poche righe, definendolo “il cavaliere sorridente”, che in nove anni “ha promesso molto e non ha fatto nulla”. Gli italiani, questa volta, “non dovrebbero più farsi ingannare”.